Adobe e il Project Morpheus

Adobe e il Project Morpheus

A tutti o quasi sarà capitato di rivedersi in una bella foto in cui però si era troppo seri. Sarebbe splendido poter cambiare la propria espressione e stampare sulla propria faccia un sorriso smagliante! Ebbene, si può fare da più di un anno. Adobe ha messo in commercio una funzione per Photoshop che consente di modificare l’espressione sul viso di un soggetto fino a riprodurre l’emozione desiderata (stupore, gioia, ecc.). Per farlo ha programmato dei filtri neurali che aggiungono pixel all’immagine per modificarla. Questi filtri sono anche “intelligenti” perché memorizzano il modo in cui sono usati dall’utente e migliorano via via la propria performance. In questa maniera operazioni molto complesse diventano eseguibili in pochi clic, pur mantenendo un’elevata qualità del prodotto finale. Ma se fosse possibile ottenere lo stesso risultato anche lavorando su un video? Parliamo del Project Morpheus.

 

Project Morpheus: modificare le emozioni nei video

Recentemente Adobe ha rilasciato sul suo sito una breve presentazione, corredata di video esplicativo, in cui presenta una nuova funzione per l’editing di video: il Project Morpheus. Si potrà infatti agire sui volti dei soggetti per cambiarne alcuni particolari grazie ai filtri neurali che l’azienda aveva già introdotto per la modifica delle foto. Vuoi aggiungere un paio di baffi folti al protagonista del filmato? Si può fare! Vuoi mettere gli occhiali alla persona ripresa? Adobe te lo permette. La cosa più interessante, però, è l’introduzione della possibilità di modificare le emozioni sui volti dei personaggi. Lo sviluppatore del progetto si presta all’esperimento mostrando un breve filmato in cui appare serio. Basta impostare la nuova funzione e il suo viso diventa subito sorridente. Tuttavia, Adobe non ha ancora provveduto a rilasciare l’aggiornamento né ha dichiarato quando sarà disponibile. Come mai?

 

Adobe e il rischio deepfake

Nel video di presentazione di Adobe non si vede niente di sconvolgente, nulla che potrebbe ledere alla persona ripresa, ma occorre volgere lo sguardo in prospettiva. Possiamo pensare che la funzione sia stata ideata per un pubblico di professionisti che si trovano per le mani un filmato da editare e, magari, anche per soddisfare le esigenze del cliente devono modificare i volti. Se però immaginiamo gli upgrade che la funzione potrebbe avere, il tutto si trasforma in una pratica di cui ormai si parla molto e che costituisce un pericolo anche per le persone comuni: il deepfake.

Il deepfake è ormai un rischio non solo per le persone famose. Nel Dark Web, per esempio, qualcuno modifica video pornografico così che la vicina di casa, l’amica, la collega siano le protagoniste del filmato. Ovviamente la verosimiglianza del risultato dipende dal programma usato e dal numero di foto della vittima a disposizione, ma ciò non toglie che sia una grave violazione alla persona. Applichiamo ora il deepfake alla funzione di Adobe: basta poco per far sembrare il volto di qualcuno quello di qualcun altro. E la qualità del risultato con Adobe sicuramente non scarseggia! Che la multinazionale sia forse consapevole di questo rischio?

 

Deepfake e politica

Qualcuno sostiene, inoltre, che il tool di Adobe potrebbe essere usato come strumento di propaganda. Si potrebbero, infatti, trasformare le espressioni delle persone presenti al comizio di un politico per farle sembrare più sorridenti di quanto non lo fossero in realtà. Non è una novità lo studio del modo in cui usare gli strumenti tecnologici e i media per ottenere una certa opinione o emozione nel senso comune. Per esempio, una piazza durante una manifestazione può sembrare ghermita di persone o semivuota a seconda della prospettiva da cui la si riprende. Inoltre, il problema del consenso politico sembra più pressante e sentito negli Stati Uniti che qui in Italia. Resta tuttavia il fatto che occorre tenere d’occhio gli upgrade presentati da aziende importanti come Adobe per valutare come vengono usati e per quale scopo.

 

 

a cura di

Benedetta Saraco


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