Il decretazo digital: tra sicurezza e violazione della democrazia

Il 5 novembre 2019, sulla pagina web della Agencia Estatal – Boletín Oficial del Estado del governo spagnolo, è stato pubblicato il Decreto legge reale 14/2019. Con questo la Spagna ha adottato misure urgenti, per ragioni di sicurezza pubblica in materia di amministrazione digitale, contrattazione nel settore pubblico e telecomunicazioni.
Il mese scorso, infatti, il governo di Pedro Sánchez – in carica dal giugno 2018 – ha approvato il cosiddetto decretazo digital. Questo permette il controllo di Internet, a qualsiasi livello, in caso di disordini pubblici. Praticamente, il governo potrà interrompere tutte le reti di comunicazione in alcune aree del territorio spagnolo, senza alcun ordine giuridico previo che miri a contrastare eventuali pericoli per l’ordine pubblico.

Il decretazo digital e la vicenda catalana

Nonostante nel testo del Decreto non si parli espressamente delle vicende in Catalogna, è chiaro che il governo si sia mosso nel tentativo di bloccare gli sviluppi di quella che il movimento indipendentista catalano ha chiamato la República Digital Catalana. Nello specifico, il Decreto sembrerebbe voler bloccare l’insieme dei progetti destinati a creare una infrastruttura digitale al margine dello Stato; che va da un sistema finanziario proprio a un sistema di identificazione dei cittadini catalani. Il governo ha quindi adottato il decretazo digital per poter controllare Internet, chiudendo siti web e server sospetti di partecipare al progetto, senza bisogno di alcun mandato giudiziario previo.

In particolare, la vicepresidentessa del governo, Carmen Calvo, ha dichiarato che sono misure necessarie, intelligenti, rapide e proporzionali, che era necessario adottare per bloccare il delirio catalano. Infatti, la più grande paura all’interno dell’amministrazione è che il movimento catalano riesca nel suo intento di creare un sistema digitale parallelo, con funzioni tipiche di uno Stato, e capace di indurre un futuro referendum digitale per l’indipendenza. Infatti, se mai dovesse succedere, lo Stato non potrebbe bloccare la sua inarrestabile risonanza a livello mediatico.

La coperta della democrazia è sempre più corta…

Oggi la domanda è, un decreto legge potrebbe mai ostacolare una spinta indipendentista? Ma soprattutto, qual è il danno arrecato alla democrazia?

Nello specifico, il Decreto legge è stato approvato con l’appoggio del Partido Popular y Ciudadanos. Subito dopo, molti giuristi e attivisti hanno definito il decretazo come una violazione dei diritti fondamentali dei cittadini, oltre che contrario alla Costituzione. In aggiunta, molti schieramenti dell’opposizione hanno contestato questo Decreto definendolo inutile e accessorio rispetto alle leggi già presenti nell’ordinamento. Altri, come per esempio l’attivista per la difesa della privacy e la sicurezza, nonché professore di scienze politiche all’Università di Barcellona, Enric Luján, ha dichiarato che questa risoluzione è incostituzionale, oltre che contraria al diritto di accesso all’informazione e al diritto di sciopero. Inoltre, secondo il giurista Carlos Sánchez-Almeida, il decreto legge non è uno stato di emergenza eccezionale, ma un grande rischio per la libertà personale di tutti, perché si potrebbe arrivare a poter reprimere qualsiasi opposizione al governo espressa sul web. 

I sostenitori del nuovo Decreto legge sulla sicurezza pubblica si sono subito opposti alle critiche, specificando che questa risoluzione non è diretta al settore privato. Infatti, tutte le misure che potrebbero essere adottate per motivi di ordine pubblico, sicurezza pubblica o nazionale, avrebbero effetto solo sugli operatori convenzionali. Ovvero, non andrebbero a ostacolare piattaforme come Facebook e Telegram, protette da una normativa europea.

Decretazo digital: un danno irreparabile?

Molte sono state le discussioni a seguito dell’approvazione di questo Decreto, soprattutto rispetto alla sua incostituzionalità. Infatti, per un paese che spesso deve fare ancora i conti con il suo recente passato antidemocratico, l’attenzione è sempre alta verso possibili violazioni dei diritti fondamentali, quali la libertà di espressione e di informazione. Inoltre, se si pensa alla funzione ultima di Internet, ovvero quella di informare la società civile in maniera del tutto libera e accessibile, la presenza di un potere così intrusivo nelle mani del governo non può che suscitare perplessità.

Il prossimo 5 febbraio terminerà il lasso di tempo possibile per poter presentare il ricorso contro il decretazo digital per motivi di incostituzionalità, e pare che ne verranno presentati diversi. Tuttavia, secondo Luján, “el daño ya está hecho…”, ovvero:

Il danno ormai è fatto, perché potrebbero passare mesi o anche anni prima che il Tribunale Costituzionale risolva il problema. Nel frattempo, dovremo sopportare una legge molto ostile contro i diritti digitali.

 

A cura di

Silvia Crespi


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