Obsolescenza tecnologica: di cosa si tratta?

Nell’immaginario collettivo il mondo digitale è sempre all’avanguardia, con i suoi dispositivi e le sue piattaforme. Ma la costante evoluzione delle nuove tecnologie porta inevitabilmente a un veloce declino dei dispositivi elettronici e dei sistemi digitali. Questo processo prende il nome di obsolescenza tecnologica o digitale.

Una definizione di obsolescenza tecnologica

Alla voce “obsolescenza digitale”, l’enciclopedia universale Treccani riporta la seguente definizione:

“Fenomeno di degrado che si manifesta nelle versioni digitalizzate dei documenti, fino a renderle inutilizzabili in tempi relativamente brevi. Più in particolare, la obsolescenza digitale è causata dal deterioramento dei supporti digitali e/o dalla  troppo rapida evoluzione degli strumenti informatici utilizzati per crearli, modificarli e leggerli.”

Si tratta dunque di un problema di archiviazione dei dati. Le tecnologie utilizzate per conservare in formato digitale documenti, immagini e tanto altro “invecchiano” e vengono così sostituite da nuovi formati e da nuovi supporti, tecnologicamente più avanzati. Ma questi nuovi sistemi digitali spesso non sono in grado di visualizzare e modificare i dati archiviati in precedenza, rendendoli così inutilizzabili.

Un esempio di obsolescenza tecnologica: il floppy disk

Per capire meglio il fenomeno dell’obsolescenza tecnologica proviamo a prendere in considerazione un esempio concreto: il floppy disk.

Creato nel 1967 dalla IBM, il floppy disk è stato il supporto di memoria digitale e trasferimento dati più diffuso durante gli anni Novanta e i primi anni Duemila. Esso venne sostituito dai CD-ROM, a sua volta soppiantato dalle più piccole e capienti chiavette USB. Con il declino dei floppy,  le case produttrici di computer iniziarono a rimuovere le unità floppy disk dai propri hardware. Già nel 1998 Apple realizzò un sistema hardware del tutto privo di unità floppy disk.

Oggi risulta praticamente impossibile visualizzare i dati salvati sui vecchi floppy disk, poiché le ultime generazioni di computer non permettono la loro lettura. Così, una moltitudine di file personali e non sono andati persi per sempre.

I supporti digitali e l’obsolescenza fisica

Al contrario di quel che si pensa, i dispositivi elettronici non solo invecchiano velocemente, ma sono anche piuttosto facili da danneggiare: basti pensare ai CD e ai DVD, che possono diventare illeggibili a causa del calore o della luce a cui sono esposti. Anche gli hard disk non sono infallibili, infatti subiscono l’influsso dei campi elettromagnetici esterni che possono portare alla smagnetizzazione del disco e alla perdita dei dati in esso custoditi.

Il Digital Alzheimer Disease

Abbiamo iniziato ad affidarci agli strumenti elettronici e al digitale per poter meglio conservare i nostri dati e di conseguenza le nostre conoscenze, eppure il precoce invecchiamento di questi strumenti porta inevitabilmente al paradosso, come sottolinea la Treccani:

“Il rischio che, pur potendo ancora leggere un manoscritto su pergamena risalente a dieci secoli fa, diventi impossibile accedere a un documento digitale di qualche decennio fa”.

Questo fatto può portare alla perdita della nostra memoria storica più recente, un fenomeno che prende il nome di Digital Alzheimer Disease.

Obsolescenza tecnologica e i rischi per i grandi progetti di digitalizzazione

Negli ultimi anni innumerevoli progetti per la digitalizzazione di archivi e biblioteche sparsi in tutto il mondo hanno preso il via. Ma il fenomeno dell’obsolescenza digitale può portare facilmente alla loro vanificazione, contribuendo allo spreco di ingenti somme di denaro, come è accaduto per la digitalizzazione del Domesday Book, uno dei più famosi manoscritti britannici risalente all’XI secolo.

Il costoso progetto BBC Domesady ha visto impiegate oltre 1 milione di persone tra il 1984 e il 1986. Sono state realizzate più di 50.000 immagini, 25.000 mappe e 60 minuti di video in formato digitale. Un lavoro mastodontico, quasi del tutto vanificato a soli 15 anni dal suo completamento, poiché le nuove tecnologie non erano più in grado di leggere i dischi su cui erano stati salvati i file multimediali.

Diversi team di esperti e studiosi lavorano ancora oggi alla conservazione della versione digitale del Domesday Book, e questo comporta ingenti investimenti.

Come combattere l’obsolescenza tecnologica?

Gli esperti del settore sono consapevoli della gravità di questo fenomeno e stanno mettendo a punto diverse soluzioni al problema dell’obsolescenza tecnologica, come la creazione di un metaformato universale per i file digitali o la creazione di software di simulazione dei programmi più obsoleti.

Attualmente il sistema più efficace per evitare che i propri documenti digitali diventino illeggibili è quello di realizzare periodicamente una loro copia su nuovi supporti fisici, così da combattere il deterioramento fisico degli strumenti.

 

A cura di

Valeria Vinzia


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