5G Huawei: le paure di Trump e Johnson

Il 5G è tema di discussione da mesi. In Italia al centro del dibattito sono i supposti rischi per la salute, con tanto di divieti all’installazione di nuovi ripetitori. In altri Paesi la questione è più complicata, incentrata su equilibri internazionali. Mentre la maggior parte delle nazioni non si sono ancora inserite con forza nel dibattito, USA e Regno Unito si sono fatte avanti contro la rete 5G di Huawei.

Il 5G di Huawei

Il centro della questione non è tanto la tecnologia 5G, quanto il fornitore dell’infrastruttura fisica. Il produttore più grande e preparato per la gestione di reti nazionali è infatti Huawei. L’azienda cinese è fortemente legata al Partito Comunista Cinese (CCP), e si pensa che sia controllata dal governo.

Il rischio principale, riconosciuto da vari Paesi, è la possibilità di lasciare un comodo accesso per i servizi cinesi alle reti nazionali occidentali. Sulla rete 5G non passerebbero solo messaggi tra semplici cittadini, ma anche informazioni sensibili per la sicurezza nazionale. La questione non è quindi di poco conto e tiene occupati i governi da mesi. Alcuni, però, hanno già deciso.

Gli USA contro Huawei

Già un anno fa, il presidente degli Stati Uniti ha firmato un ordine esecutivo su questo tema. Il documento consentiva di vietare l’uso di tecnologie per le telecomunicazioni qualora queste tecnologie appartenessero ad aziende vicine a governi stranieri. Si capiva fin da subito come la scelta fosse indirizzata contro Huawei, così come a ZTE Corporation, altra società con forti legami con il regime comunista.

Il dibattito è ovviamente infuriato, con l’azienda cinese che cercavano di tamponare il danno, parlando di un’occasione persa per gli USA:

“Se gli Stati Uniti limitano Huawei non renderanno il Paese più sicuro né forte. Semplicemente costringeranno gli Stati Uniti a usare prodotti inferiori e più cari, perdendo tempo dietro ad altri Paesi e danneggiando infine le aziende statunitensi e i consumatori”

Va ricordato che questo scontro sul 5G nasce nel contesto di una guerra commerciale con la Cina, in cui interessi di sicurezza nazionale ed economici si fondono. Non a caso la reazione alla notizia è stata quella di imporre nuovi dazi.

La situazione è rimasta pressoché immutata per mesi, con continue discussioni tra USA e Cina che sono arrivate a un nulla di fatto. Huawei ha quindi promesso di lavorare sulla sicurezza delle sue infrastrutture, così da avere una nuova possibilità di contratto. Tuttavia, le affermazioni sono servite a poco e la situazione per l’azienda è tornata a peggiorare.

Regno Unito e il 5G Huawei

Il governo di Boris Johnson, a gennaio, ha deciso che le apparecchiature di Huawei sarebbero state utilizzabili su suolo britannico. Nonostante i limiti imposti, l’azienda può effettivamente fornire la nuova tecnologia al Paese. In seguito a forti pressioni politiche, il premier ha deciso di rafforzare le limitazioni, vietando a Huawei la fornitura di altri componenti rilevanti.

Tuttavia il 14 luglio si ribalta la situazione: Huawei non potrà fornire alcuna tecnologia per lo sviluppo del nuovo network ad alta velocità nel Regno Unito. Oltre al rischio di infiltrazioni, si pensa all’eventualità di un blackout della rete per mano della Cina, che potrebbe essere un danno incalcolabile in momenti di tensione.

Come se non bastasse, anche le attuali apparecchiature Huawei dovranno essere dismesse: entro il 2027 le tecnologie e le apparecchiature fornite da Huawei negli ultimi 15 anni saranno rimosse. Anche in questo caso, l’azienda ha usato la stessa linea seguita negli USA. Secondo il portavoce nel Regno Unito, infatti, la decisione britannica “è deludente ed è una cattiva notizia per chiunque abbia un telefono cellulare nel Regno Unito“.

Un danno effettivamente ci sarà: secondo il Ministro per le questioni digitali Oliver Dowden lo sviluppo della rete 5G in Gran Bretagna verrà ritardata di un anno.

Oltre il 5G

La questione del 5G non è tuttavia solamente uno scontro su un’infrastruttura . Prima di tutto è inserita nella guerra commerciale che, a fasi alterne, coinvolge da tempo USA e Cina. Lo realizzazione di una rete simile è poi fondamentale per la supremazia tecnologica di una nazione: cedere lo sviluppo mondiale di un nuovo network a un’azienda cinese sarebbe una resa.

Lo scontro con Huawei si è poi spostato anche su altri campi, come il blocco dei servizi Google sugli smartphone di nuova generazione dell’azienda. Si dovrebbe poi riflettere sui rischi che comporta l’argomento dell’azienda legata al governo. Quanto tempo passerà prima che si ritorca contro i Paesi occidentali, sicuramente differenti politicamente dalla Cina ma comunque legati alle proprie aziende?

 

A cura di

Federico Villa


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