La percezione di sé nel mondo digitale

La percezione di sé nel mondo digitale

Il concetto dell’immagine di sé è un argomento molto complesso, in quanto determinato da tre elementi profondamente interconnessi: corporei, emotivi, cognitivi. Se pensiamo poi alla percezione di sé nel mondo digitale, l’argomento si complica ulteriormente poiché viene a mancare il primo elemento della lista: il corpo.

Il processo di percezione di sé ha inizio nei primi mesi di vita, quando il bambino inizia a realizzare di essere indipendente dall’ambiente circostante e a capire che il suo corpo è separato da quello materno. Questo avviene grazie ai cinque sensi, che consentono al bambino di sperimentare il confine corporeo come il limite tra sé e il mondo.

Una volta definito il confine corporeo il bambino, crescendo, si riconosce allo specchio e comprende che il suo corpo è simile a quello delle persone che lo circondano. Questo gli servirà come metro di giudizio per definire cosa c’è di “giusto” e di “sbagliato” in lui. Comincia così il viaggio alla costruzione dell’immagine di sé, cioè un’immagine che descrive la personalità fisica e psicologica di un individuo e che si fonda sia sulla percezione di sé, sia sulla percezione che gli altri hanno di lui.

Ed è proprio durante l’adolescenza, fase di profondi cambiamenti, che il corpo diventa estraneo: comincia allora la ricerca incessante di un’immagine che sia fonte di interesse e degna di stima, per sé e per gli altri.

 

L’immagine fisica

La costruzione dell’immagine fisica ha inizio con le trasformazioni del corpo, improvvise e repentine. Nel giro di pochissimo tempo il corpo – in precedenza ben definito – cambia per sempre, e ciò comporta una momentanea sospensione dell’identità.

Al giorno d’oggi la costruzione di questa identità va però di pari passo con l’utilizzo del Web e dei social network. Se infatti fino a pochi anni fa questo processo avveniva all’interno della cerchia ristretta di familiari e amici, oggi avviene attraverso i social. La percezione di sé nel mondo digitale entra in contatto con un’idea non realistica di bellezza. Basta un click per eliminare i difetti e far apparire come “sbagliati”, al confronto, dei corpi veri: si arriva a credere che questa “perfezione” sia raggiungibile. Un’illusione che ha, il più delle volte, un costo molto alto in termini di salute mentale e fisica.

 

L’immagine interiore

Se da una parte troviamo la costruzione dell’immagine fisica, dall’altra dobbiamo fare i conti con un’immagine interiore, legata ai valori sociali e culturali. L’adolescente deve creare il proprio Io e lo fa mostrando versioni di sé che vengono promosse o bocciate tramite una serie di feedback. Questo processo gli dà modo di testare la personalità che sta costruendo e di arrivare a un risultato accettato dalla maggioranza. Il meccanismo descritto avviene comunque all’intero dell’adolescente: è quindi sempre possibile, per lui, fare passi indietro in caso di feedback negativo.

 

La percezione di sé sui social e l’Amnesia Digitale

Nel mondo digitale si attua un processo molto simile. Si tende infatti a essere diversi da ciò che siamo nella realtà per mostrarci come vorremmo essere, e per essere percepiti dall’altro come crediamo di meritare. Ma, se nell’adolescenza questo processo avviene a livello del pensiero e la retrocessione non costa nulla, nel mondo digitale siamo obbligati a prenderci la responsabilità dell’immagine che abbiamo proposto.

Ciò porta a quella che il dottor Federico Tonioni, responsabile dell’Ambulatorio per le Dipendenze da Internet del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, chiama “Amnesia Digitale”: l’immagine che si propone sui social si confonde con l’immagine reale, e la confusione tra digitale e reale è molto simile alla confusione che potremmo fare tra fantasia e realtà. Tuttavia, la fantasia non condiziona il reale al punto da farci dimenticare chi siamo per identificarci con l’immagine che abbiamo proposto (nel caso specifico, sui social). Un ragazzo che si mostra aggressivo nel mondo digitale, in caso di provocazione, deve rispondere in modo da non mettere in discussione la sua identità.

Il corpo è dunque il nostro confine: le sue manifestazioni implicite ed esplicite sono necessarie per trasmettere aspetti che sostengono e che vanno oltre il linguaggio verbale. Nel mondo digitale, diventa altissimo il rischio che il linguaggio verbale, da solo, venga frainteso, e che la percezione che abbiamo di noi stessi sia alterata.

L’assenza del corpo nel mondo digitale equivale alla mancanza di un limite: sarà (anche) per questo che ci sentiamo sempre più spesso in diritto di insultare gli altri e di invadere i loro confini?

 

A cura di

Giulia Triscari


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