E-steria: quando l’informazione genera il panico

Grazie al web siamo in grado di ottenere tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno attraverso un semplice click. Questa facilità è uno dei punti di forza di Internet. Tuttavia, oltre ad aspetti sicuramente positivi, ce ne sono altri che vanno valutati in modo più approfondito. Uno di questi aspetti è la crescente quantità di informazioni a cui abbiamo accesso. Centinaia di notizie vengono condivise da amici e conoscenti sui profili social, moltissime piattaforme riportano notizie di fatti avvenuti a migliaia di chilometri da noi. Ma a fare riflettere non è solo la proporzione immane di questo flusso, ma soprattutto la qualità dell’informazione che riceviamo.

Potenzialmente, chiunque può condividere una notizia. La democratizzazione dell’informazione è uno dei risultati più evidenti della rete. Quindi, oltre agli innegabili aspetti positivi legati alla maggiore libertà di parola e alla possibilità di dare voce a più persone rispetto al passato, il web genera anche delle situazioni difficili da gestire e contenere. Mai come adesso appare necessaria una corretta gestione dell’informazione, per evitare che notizie di scarsa qualità inondino la rete. È ormai evidente infatti che la comunicazione, se non viene gestita in modo responsabile, può fare davvero molti danni.

Scorretta informazione e Coronavirus

L’esempio dell’assalto ai supermercati

Un esempio lampante di come una scorretta informazione possa generare il panico collettivo, fomentare l’isteria di massa e portare a comportamenti contrari a ogni logica, è la crisi legata al Coronavirus. A seguito della diffusione dell’epidemia, sono iniziati a circolare su diversi canali (soprattutto WhatsApp) falsi messaggi secondo cui, contro ogni raccomandazione delle autorità, fosse necessario fare incetta di beni alimentari, mascherine e igienizzanti. È bastato un semplice audio-fake su WhatsApp per manipolare le masse e orientare il comportamento collettivo.

Siamo davvero così manipolabili?

Il caso dell’assalto ai supermercati è solo uno dei tanti esempi causati dalla scorretta gestione dell’informazione. Ma quello che è interessante notare, è come il meccanismo di risposta del nostro cervello a queste notizie sia comune in tutti i casi. Infatti, secondo diversi psichiatri, l’isteria nasce da un sovraccarico di informazioni confuse che il nostro cervello non è in grado di processare. Questo avviene per due principali motivi: uno è legato a quello che, di solito, è considerato un aspetto positivo di Internet, ovvero l’enorme quantità di notizie a cui abbiamo accesso. Tutto risulta a portata di click: dalle informazioni più semplici, come trovare un certo locale, a quelle più complesse, come l’informazione tecnico-scientifica.

Il secondo aspetto è invece legato a una delle piaghe che affligge l’era di Internet: la totale incapacità di leggere criticamente un testo e valutarne bene l’origine e le fonti, la sua veridicità scientifica, o se esso sia una fake news o meno. Questo avviene soprattutto in presenza di testi complessi, soprattutto se essi richiedono una particolare conoscenza scientifica per essere decodificati. Se uniamo questi due aspetti – la crescente quantità di informazione e l’incapacità di processarla e trarne delle conclusioni logiche – ecco che avviene il sovraccarico di informazioni che porta a una risposta completamente irrazionale da parte del nostro cervello.

Come arginare l’isteria di massa? Alcuni consigli

Il problema dell’isteria di massa e il legame che essa ha con il web è molto attuale. Internet rischia di diventare un potente strumento di manipolazione attraverso cui mobilitare la masse. Eliminare questa piaga, purtroppo, risulta praticamente impossibile. Possiamo però tentare di arginare il problema attraverso alcuni piccoli accorgimenti. Innanzitutto, per filtrare la quantità di informazioni che troviamo sul web è opportuno selezionare sempre delle fonti affidabili e verificate. Quando invece non siamo noi a procurarci l’informazione, ma questa proviene da terzi, l’azione da compiere è procedere alla verifica delle informazioni in nostro possesso. La tentazione di non verificare è forte. Tuttavia è sempre bene farlo, esercitando la logica e il buon senso: perché si sa, il sonno della ragione genera mostri.

 

A cura di

Miriam Salamone


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