Ecosia: il motore di ricerca che pianta alberi

Con l’uso sempre più assiduo degli strumenti digitali e delle tecnologie d’informazione e comunicazione (ICT), l’attenzione dell’opinione pubblica si sta concentrando su una problematica importante: l’impatto ambientale che le tecnologie ICT stanno avendo sul nostro pianeta. Si tratta di una situazione che desta sempre più allarme e che vede ormai da tempo governi e privati impegnati per la risoluzione del problema. Tra i privati emerge Ecosia, un motore di ricerca green che si pone l’obiettivo di sopperire alle emissioni di CO2 provenienti dall’industria dell’ICT.

Ecosia: il motore di ricerca green

Ecosia è un motore di ricerca indipendente nato nel 2009 che ha il suo quartier generale a Wittenberg, in Germania. Si tratta di un Search Engine no-profit che definisce se stesso come un Social Business Enterprise. Tra i partner di Ecosia ci sono Bing, Yahoo e il WWF. La società, che contava al momento della sua fondazione tre dipendenti più una quindicina di volontari, col passare del tempo è cresciuta attirando via via sempre maggiore attenzione.

La particolarità di Ecosia, rispetto ad altri motori di ricerca come Google, è che circa l’80% dei suoi ricavi viene investito in un progetto del WWF, che ha come obiettivo la protezione della foresta pluviale dell’Amazzonia e in particolare del Parco Nazionale Brasiliano dell’area del fiume Juruena. Fino a ora, grazie all’impegno di Ecosia, sono stati protetti più di 202 milioni di metri quadrati di foresta amazzonica.

L’idea è nata da alcune considerazioni sugli impatti ambientali del business dell’ICT sul nostro pianeta in termini di emissioni di anidride carbonica. Il mercato ICT infatti è responsabile dell’emissione del 2% di CO2 presente sulla Terra. Guardando in specifico al mercato dei motori di ricerca, a produrre le maggiori emissioni di anidride carbonica è Google, con circa 450.000 server alimentati attraverso l’energia elettrica. Nella maggior parte dei casi questa energia è prodotta mediante la combustione di carbone o gas, che ha come effetto collaterale la produzione di CO2.

Per ovviare al problema, Ecosia ha deciso di basare il suo business su un modello maggiormente sostenibile per l’ambiente: si tratta di quello che in economia viene chiamato Social Business Model.

Social Business Model: quali sono le caratteristiche

In economia per Social Business Model si intende un modello di business che persegue obiettivi sociali e ambientali. Rispetto agli schemi tradizionali di business, il cui scopo primario è la massimizzazione dei profitti, questi nuovi modelli perseguono invece la massimizzazione dei benefici. Quest’ultimi sono cresciuti col tempo, poiché gli individui hanno iniziato a comprendere la necessità di una collaborazione da parte di tutti gli attori sociali, sia pubblici che privati, per migliorare le condizioni del nostro pianeta e con esse la qualità di vita di tutti coloro che ci abitano.

I proventi di questo genere di attività vengono utilizzati in parte per coprire i costi, come per esempio quelli legati alle strutture fisiche, al capitale umano e per ripagare gli investitori. Il resto, che nel caso di Ecosia ammonta a circa l’80%, viene reinvestito in attività per il benessere della comunità e dare un reale contributo alla società. Come Ecosia, all’interno del mercato ICT, esistono altri business che operano utilizzando lo stesso modello.

Ecosia: il funzionamento

Ecosia lavora grazie alla collaborazione di altri due motori di ricerca, Yahoo e Bing, che forniscono i risultati di ricerca e i link sponsorizzati. Infatti, a causa di restrizioni di carattere tecnologico e finanziario, Ecosia non ha un proprio indice di ricerca. I suoi introiti provengono dai click sui link sponsorizzati, guadagnando in media 0.13 centesimi per click. Da questa cifra viene tolto il 20% per coprire le spese relative alla gestione e al mantenimento dei server e dei domini, per le operazioni di marketing e per il pagamento dei dipendenti. In questo 20% è compreso anche il salario del CEO di Ecosia, Christian Kroll, che ammonta a circa mille euro al mese.

Circa la metà del traffico totale su questo Search Engine proviene dalla Germania, mentre il resto viene generato dalla Svizzera e dalla Francia.

Dalla sua fondazione nel 2009, Ecosia è cresciuto continuamente,  attirando l’attenzione mediatica e del pubblico. L’obiettivo a lungo termine della compagnia è di guadagnare l’1% del traffico mondiale globale. Per fare ciò, Ecosia vorrebbe aggiungere Google tra i suoi partners, internazionalizzare il suo bacino di utenti aggiungendo un altro target market importante quale gli Stati Uniti, e sviluppare partnerships con scuole e università.

Ecosia: alcune riflessioni

Il modello di business adottato da Ecosia, che mira a migliorare la qualità della vita sul nostro pianeta generando valore per tutte le parti sociali e non solo profitti per pochi, è tra i fattori del successo dell’attività di questo search engine dalle caratteristiche peculiare. L’impegno sociale di Big Corporations rappresenta dunque un fattore importante che può contribuire a fare la differenza, così come mostrato dal caso di Ecosia. Sicuramente si tratta di una tendenza della quale sentiremo ancora parlare.

 

A cura di

Miriam Salamone


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