Eredità digitale

Eredità digitale

La nostra vita transita in Rete. Tutto ciò che ci riguarda, presto o tardi, finisce per essere caricato sui nostri spazi online, pubblici o privati che siano. Ciò che un tempo era custodito in casa, in cassaforte, o in una cassetta di sicurezza, oggi è in Rete. E dopo la morte cosa succede a tutto questo materiale? Le procedure di successione per i beni fisici sono piuttosto standardizzate, ma se parte della nostra eredità è digitale, cosa succederà?

 

Cos’è l’eredità digitale?

Con eredità digitale si intende la successione, post mortem, di tutto ciò che compone il patrimonio digitale del defunto. Tale patrimonio si compone di una quantità considerevoli di beni, alloggiati in vari supporti, sia fisici che in Rete. Ne fanno parte sia risorse con valore economico, sia di valore strettamente personale o affettivo.

Non si considerano semplicemente i files di varia natura come foto, video, documenti, ma anche l’accesso a account personali, comunicazioni istantanee o via mail ed eventuali criptovalute.

È bene sottolineare che la trasmissione di beni fisici non implica automaticamente il diritto ad accedere a ciò che è in essi contenuti. Se eredito uno smartphone, insomma, non è detto che io possa accedere a ciò che si trova all’interno: banalmente ci sarà una password, o un PIN, a impedirmelo. Proprio per questa ragione, negli ultimi anni il dibattito si è acceso, portando a nuovi passi avanti, seppur limitati.

 

La regolamentazione dell’eredità digitale

Il quadro giuridico italiano, come quello di molti altri Stati, è tutt’altro che chiaro su questo tema. In linea teorica, l’erede entra in possesso di tutti i diritti trasmissibili, siano essi patrimoniali o no. La successione può avvenire per legge o per testamento, se presente. Il Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione Europea, introdotto nel 2016, non è entrato nello specifico di queste situazioni, lasciando margine legislativo ai singoli Stati.

L’Italia ha infatti legiferato in tale campo, con il cosiddetto Codice Privacy del 2018, che tra le altre cose chiarisce che chi ha un interesse proprio, o debba tutelare l’interessato, o per ragioni familiari, ha diritto ad accedere a tali dati o eventualmente eliminarli. Per evitare ciò, l’unica possibilità è una dichiarazione prodotta in vita dal defunto, che chiarisca la volontà di revocare o modificare tali diritti.

Tuttavia la situazione non è così semplice, soprattutto per quanto riguarda il patrimonio contenuto su dispositivi altrui, come i server dei servizi di cloud o social media. In tal caso, infatti, subentrano le clausole contrattuali stipulate al momento dell’iscrizione al servizio. Data la complessità e variabilità di queste clausole, il consiglio è di prendere le necessarie decisioni nel corso della propria vita, al fine di evitare i problemi che insorgerebbero poi per gli eredi.

Sarebbe necessario quindi tener sempre conto dei servizi e contenuti che ci appartengono in Rete, facendone un elenco e tenendo appuntati i dati di accesso. Questi andrebbero poi trasmessi per testamento o altre forme legali agli eredi, così da semplificare le procedure.

Se questi dati non fossero disponibili, gli eredi si troverebbero di fronte a due possibilità: nel caso in cui il dispositivo appartenesse al defunto, procedere tramite tentativi di hacking; nel caso in cui, invece, i contenuti siano custoditi su dispositivi di altri, richiedere al fornitore del servizio (qualora sia previsto dalle clausole) di poter garantire l’accesso, come previsto dalla legge italiana.

 

Apple e Facebook

Tra i grandi fornitori di servizi online, Facebook già da alcuni anni offre la possibilità di designare un erede che possa prendere controllo del profilo. Un profilo Facebook, tuttavia, contiene dati generalmente meno sensibili rispetto a servizi come iCloud, che contengono anche documenti sensibili e quantità ingenti di file personali. Il servizio di Apple, finora, non offriva la possibilità di gestire la propria eredità digitale. A partire da novembre, tuttavia, con l’aggiornamento a iOS 12.5, la possibilità di scegliere un erede dei propri contenuti è prevista.

A questo scopo, è necessario indicare nelle impostazioni di sicurezza il contatto che verrà scelto come erede digitale. Quando si renderà necessario, l’erede dovrà presentare un certificato di morte e una chiave d’accesso ricevuta dall’erede nel momento in cui è stato scelto. Una volta che Apple avrà verificato i dati, l’accesso al cloud di Apple sarà garantito. In ogni caso, il controllo non sarà illimitato: trascorso un determinato periodo in cui sarà possibile accedere, o scaricare i dati, il profilo sarà eliminato.

 

A cura di

Federico Villa


 

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