I giovani italiani tra internet e istruzione

I giovani italiani tra internet e istruzione

 

L’accesso a una connessione internet è sempre più scontato, e ogni anno il numero di utenti che utilizzano servizi in rete è in aumento, particolarmente negli ultimi anni. Come risultato di questa rapida crescita, è ormai normale vedere anche bambini molto piccoli interagire presto con la tecnologia. Che sia per giocare o per guardare i cartoni animati su YouTube, anche le fasce d’età più giovani sono sempre più immerse nella rete. Giovani e internet hanno un incontro sempre più precoce.

Questo accesso al web da parte dei giovanissimi, li porta inevitabilmente a diventare in futuro i principali utilizzatori dei servizi online. Per questo motivo, sarebbe auspicabile cominciare a investire sulla loro formazione per un uso consapevole del web. Purtroppo, però, i dati attuali non sono incoraggianti.

 

Il progetto PISA

Per tener traccia della formazione acquisita dagli studenti nei vari paesi del mondo, l’OCSE ha sviluppato nel 2000 il progetto PISA (Programma per la valutazione internazionale dell’allievo). Questo programma si basa su un test, somministrato su base triennale, a un campione di studenti provenienti dai paesi aderenti. Generalmente l’indagine coinvolge, per ogni paese, tra i 5.000 e i 10.000 adolescenti, di circa 15 anni, prossimi dunque alla conclusione della scuola dell’obbligo.

Il test è composto di domande aperte o a scelta multipla e mira a valutare la capacità di comprensione del testo e le abilità in matematica, scienze e problem solving. Oltre a questa valutazione diretta, agli studenti viene sottoposto anche un questionario sulle abitudini di studio e sulla condizione extrascolastica. Questo programma permette quindi di raccogliere molte informazioni diverse sugli studenti, tra le quali le abitudini di utilizzo di internet. Proprio da questa sezione del questionario possiamo ricavare dati utili a farci un’idea della situazione dei giovani in Italia.

 

L’utilizzo del web tra gli adolescenti

Secondo i rilievi del PISA 2018, i giovani dei paesi OCSE trascorrono mediamente 35 ore settimanali online. Il dato, già di per sé alto, tocca cifre impressionanti in alcuni paesi come la Danimarca, dove i teenager passano ben 47 ore collegati. I giovani italiani, invece, si piazzano esattamente nella media, con le loro 35 ore: 28 ore collegati da casa, 7 da scuola. Ciò che più impressiona è il confronto con l’indagine del 2012: ai tempi le ore online erano solamente 18.

Allo stesso tempo, è cresciuto anche il dato riguardo ai giovani con un accesso a internet: la media OCSE è passata dal 74% del 2006 all’88% di oggi.

 

Il ruolo delle scuole nell’utilizzo di internet

Il massiccio aumento dell’utilizzo di servizi online si pensa che dovrebbe portare le scuole a investire sull’istruzione anche in questo ambito, ma purtroppo non è così. Ad oggi, solo il 54% degli intervistati dichiara di essere preparato dalla scuola all’utilizzo consapevole della rete. La differenza tra i vari paesi è netta: se in Australia, o Danimarca, il dato supera il 70%, in Lettonia o Slovenia non superano il 45%. L’Italia si posiziona sotto la media, fermandosi al 49%: un dato tutt’altro che positivo.

La percentuale è anche influenzata, all’interno dei singoli paesi, dalla differenza socio-economica: in Italia, il divario tra studenti avvantaggiati e svantaggiati è del 6%.

Se il 60% degli studenti italiani viene informato sui rischi che derivano dal rendere pubbliche le informazioni in rete, solamente il 27% è in grado di distinguere tra e-mail reali e attacchi phishing. Pensando al futuro, avere utenti così poco formati da questo punto di vista non è di certo rassicurante.

 

Fatti o opinioni

L’indagine insiste poi sull’importanza di insegnare agli studenti come distinguere tra informazione obiettiva e  informazione faziosa, a partire dalle aule di scuola. Questo dato, in Italia, è ancora sotto la media: il 40%, contro il 47% dei paesi OCSE. In un ambiente digitale così vasto e variegato, la distinzione tra fatti e opinioni è fondamentale per utilizzare in modo sano il web e le sue potenzialità.

La scuola dovrebbe quindi istruire attivamente gli studenti nell’analisi di fattori quali le fonti di un articolo, oltre alla semplice analisi e comprensione testuale. Il web, dopotutto, è un ambiente “nuovo”, diverso dalle pagine di un libro, per cui basterebbe (generalmente) una buona capacità di comprensione. Abbiamo già avuto prove di quanto un’informazione errata, spesso creata su misura per destabilizzare le istituzioni o il voto democratico, possa creare danni, nel breve e nel lungo periodo.

 

 

A cura di

Federico Villa

 


FONTI:

CREDITS: