Instagram e la censura selettiva

Instagram e la censura selettiva

È molto noto che il gruppo Meta non sempre è stato indulgente con la pubblicazione di contenuti sensibili. Nel corso degli anni, complice anche la diffusione di contenuti filo-terroristici all’interno di gruppi privati, Facebook ha aumentato enormemente il suo controllo delle pubblicazioni: mediante un algoritmo avanzato è possibile filtrare parole chiave che riconducono a post non conformi, per poi rimuoverli rapidamente. E, dopo il suo acquisto, la censura (selettiva o meno) non ha risparmiato neanche Instagram.

Il colosso di Zuckerberg ha infatti cominciato a filtrare le foto pubblicate sul social, escludendo dalle bacheche gli elementi proibiti. Ad oggi, questa piattaforma non permette la pubblicazione di nudità esplicita, violenza fisica e propaganda terroristica. Ma negli ultimi tempi è emerso come Instagram abbia iniziato a prendere di mira anche elementi potenzialmente non censurabili, solo in base al feedback ricevuto.

 

Simona Ventura e il caso Greta Beccaglia

Un esempio è stato la rimozione di un post pubblicato da Simona Ventura su Instagram in cui esprimeva solidarietà alla giornalista Greta Beccaglia. Quest’ultima, infatti, è stata vittima di molestie da parte di alcuni tifosi in diretta televisiva durante la cronaca di un dopopartita. Il messaggio di Ventura non conteneva alcun elemento esplicito testuale né visivo, ma è stato rimosso automaticamente dal social nel giro di trenta minuti perché violava “le norme in materia di nudo o atti sessuali”.

È possibile che la rimozione sia stata dovuta in parte a un flagging massiccio di alcuni utenti, secondo i quali l’episodio di molestie è stato un semplice atto goliardico da non perseguire né tantomeno criminalizzare.

 

La censura selettiva dei corpi “non conformi”

A suscitare ulteriore scalpore, è stata poi la censura selettiva di Instagram riguardo alcuni seminudi femminili in particolare. La piattaforma ha segnalato in automatico scatti di donne con un fisico da molti giudicato imperfetto. La modella britannica Nyome Nicholas-Williams, il cui seguito sui social è molto nutrito, ha voluto denunciare questa pesante discriminazione:

Possibile che una donna nera, grassa che celebra il suo corpo venga censurata? Per me è stato scioccante”.

Williams, infatti, è stata a sua volta vittima di censura. Una sua foto in topless, in cui copriva il seno con le braccia, è stata rimossa nel giro di pochi minuti, con la minaccia di chiudere definitivamente il suo account di oltre 73.000 seguaci. La modella non si è persa d’animo, anzi: facendo leva su questo episodio, ha lanciato una campagna per smascherare l’ipocrisia e il sessismo impliciti su Instagram.

La sua azione ha costretto il CEO della piattaforma a rivedere le regole di censura dei materiali sensibili e, soprattutto, a una maggiore flessibilità nei confronti di chi tenta di sfondare i canoni estetici senza però violare le regole del social. Per Instagram, in ogni caso, il danno d’immagine è stato ingente.

 

Le donne come bersaglio principale della censura?

A voler tirare le somme, quindi, ci si rende conto che le vittime principali di questa censura selettiva sono gli individui di sesso femminile. Certamente, la censura è molto severa nei confronti di post potenzialmente violenti (come ad esempio riprese di guerra con morti e feriti). In questi casi però Instagram ha sempre applicato un filtro NSFW (Not Safe For Work) che copre le immagini con un alone opaco, lasciando all’utente la scelta di esporla o meno.

Il fatto che lo stesso strumento non sia usato per “velare” nudità anche parziali, anziché rimuoverle del tutto, indica un problema di fondo all’interno della policy della piattaforma. La super community Reddit, ad esempio, che contiene ogni genere di elemento (violento, non-violento, nudità e così via), applica da sempre un filtro sui contenuti sensibili, che può essere disattivato nelle impostazioni. Questo garantisce una pubblicazione uniforme, aggiungendo al tempo stesso degli avvertimenti in caso di rischi per l’utente.

Alcune domande sorgono spontanee, a questo punto: per quale motivo Instagram non si preoccupa di censurare i corpi – esteticamente canonici – di modelle famose che si mostrano seminude sulle copertine dei giornali? E perché, in generale, la nudità viene trattata come un tabù da punire severamente, anziché come un minimo fattore di rischio da moderare invece che censurare? Siamo ancora molto lontani dalle risposte. E, intanto, censura e rimozione sui social avvengono ogni giorno.

 

A cura di

Francesco Antoniozzi


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