L’abbandono dei social network

L’abbandono dei social network

Da quasi vent’anni la nostra vita si è fusa con i social network, così tanto da non poter più distinguere con certezza tra vita reale e virtuale. La pervasività raggiunta dai social è ormai totale, è innegabile. Famiglia, lavoro, amicizie: la maggior parte dei rapporti umani transita (anche) per un social network capace di mantenere in contatto le persone (distanti e non) come mai era stato possibile. Eppure, dopo anni di costante crescita, cominciano a diventare rilevanti i casi di abbandono. Seppur i numeri siano per ora contenuti, il fatto non è da trascurare. È necessario, piuttosto, cominciare a indagare le cause.

I numeri dei social network in Italia

Per avere un’idea chiara di ciò di cui stiamo parlando alcuni dati utili provengono da un recente studio di Deloitte. Lo studio Digital (Consumer) Evolution ha indagato le abitudini degli utenti italiani nell’utilizzo di smartphone, PC, tablet e smartTV durante il 2021.

Dallo studio emerge che il 94% degli italiani intervistati possiede uno smartphone e, di questi, il 73% ha utilizzato social network o app di messaggistica istantanea quotidianamente. Questi numeri sono evidentemente rilevanti. Proprio per questo motivo, un altro dato che emerge dallo studio appare come ancora più rilevante.

Nel corso del 2021, infatti, il 22% degli intervistati ha abbandonato almeno un social network, che sia in modo temporaneo o per sempre. I motivi sono vari: i principali sono la noia provocata dai contenuti (35%), diffusione di fake news (25%) o preoccupazione per la sicurezza dei propri dati (21%). Ci sono anche motivazioni meno diffuse, ma pur sempre rilevanti, tra cui contenuti troppo negativi (motivo del 18% degli abbandoni), senso di disagio (15%), utilizzo eccessivo e, caso particolarmente grave, aver subito molestie o bullismo.

Le motivazioni riportate dallo studio non sono nulla di nuovo. Tutte queste criticità sono emerse in questi anni, alcune più di altre, ma sono ben note. Il fatto che una fetta così importante di popolazione abbia rinunciato a uno o più social network indica però che gli utenti stanno cominciando a percepire come più pressanti questi problemi.

Aziende che lasciano i social network

Non solo i privati cittadini hanno iniziato ad abbandonare i social network. Nel 2021 aveva fatto notizia la scomparsa di Bottega Veneta dai social network (Facebook, Instagram e Twitter). Il brand di lusso italiano produttore di scarpe, borse, accessori e gioielleria ha infatti deciso di sparire da Instagram da un giorno all’altro. Il profilo contava oltre due milioni e mezzo di follower. Lo scopo, secondo il direttore creativo Daniel Lee, dovrebbe essere quello di lasciare che siano gli utenti a parlare del brand in Rete più che l’azienda stessa.

Una scelta simile è stata fatta da Lush, la nota azienda britannica di cosmetici sostenibili. L’azienda fondata nel 1995 ha sempre prestato particolare attenzione agli effetti delle sue scelte: quasi tutti i suoi prodotti sono di origine vegana, non fanno test sugli animali, utilizzano solo plastica riciclata…

Proprio per seguire questi principi, a fine novembre 2021 il gruppo ha abbandonato i principali social network per l’impatto negativo che questi hanno sulla vita delle persone. L’azienda ha motivato la sua decisione con un comunicato, in cui afferma:

Così come le prove sul cambiamento climatico sono state ignorate e sminuite per decenni, oggi vengono ampiamente ignorate le preoccupazioni sui gravi effetti dei social media. Lush sta prendendo in mano la situazione e affronta i problemi ora, senza aspettare che gli altri credano nel problema prima di cambiare il proprio comportamento.

Lush ha così deciso di chiudere i propri account su Facebook, Instagram e TikTok. La spinta finale a questa decisione è giunta dopo la pubblicazione dei cosiddetti Facebook Files. L’obiettivo è quello di tornare a operare su queste piattaforme una volta che i problemi dei social saranno risolti.

Su Twitter e YouTube, tuttavia, i profili sono ancora attivi poiché ritenuti meno capaci di portare a vere e proprie dipendenze rispetto agli altri social.

Il calo di Facebook

Con il report di febbraio, Meta ha di fatto confermato questa tendenza per quanto ora sia ancora limitata. Per la prima volta dagli albori di Facebook, infatti, il social ha registrato un calo nel numero di persone che usano Facebook quotidianamente. Il calo è minimo, ma potrebbe indicare l’inizio di una nuova fase, potremmo dire di stagnazione, per i numeri del social firmato Meta.

Allo stesso tempo, anche la crescita dei ricavi sta rallentando, a differenza di quanto accade a nuove realtà come TikTok.

A cura di

Federico Villa


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