Open Data: l’utilizzo in Italia

Nell’era dello sharing e della condivisione dei dati si parla sempre più spesso di Open Data. In un mondo in cui l’informazione ha assunto una rilevanza centrale per il funzionamento dei dispositivi digitali, delle applicazioni e delle transazioni finanziarie, nasce la necessità di parlare e sensibilizzare gli utenti sul tema Open Data e su tutte le possibili applicazioni di questi ultimi. Infatti possono essere utilizzati per migliorare servizi pubblici e privati. Ma cosa sono gli Open Data? Dove è possibile trovarli? Come vengono utilizzati gli Open Data in Italia?

Open Data: una definizione

Quando si parla di Open Data si fa riferimento a un tipo di dati con delle caratteristiche specifiche. Il termine Open Data deriva dall’inglese e significa letteralmente “dati aperti”. Con questa espressione ci si riferisce in particolare a dati che possono essere liberamente utilizzati, riutilizzati e ridistribuiti da chiunque. Sebbene chiunque ne possa usufruire, è possibile che siano comunque soggetti a qualche tipo di vincolo. Tra questi c’è l’obbligo di citare l’autore dei dati o quello di condividerli usando lo stesso tipo di licenza con cui sono stati originariamente caricati sul web .

Caratteristiche e obiettivi

Tra le caratteristiche di questo tipo di dati c’è sicuramente la disponibilità di accesso, che costituisce un elemento fondamentale. Infatti deve essere possibile la loro modifica e soprattutto, la facilità ad accedervi, poiché questi dati  devono essere scaricabili in modo semplice attraverso la rete.

Si tratta quindi di dati che tutti devono poter utilizzare, modificare e condividere in modo agevole, semplice e veloce.

Gli Open Data nascono con un obiettivo ben preciso: quello di permettere la condivisione di dati e il loro scambio, per facilitare il traffico di informazioni e l’operabilità tra diversi sistemi, oltre che tra organizzazioni diverse. Nel caso di sistemi di dati e piattaforme complesse, infatti, la possibilità di scambiare informazioni su base Open Data diventa cruciale e questo flusso di dati rappresenta la chiave di volta per l’intero funzionamento del sistema.

Dove trovare gli Open Data

Esistono quindi interi database di Open Data liberamente accessibili e che è possibile modificare e condividere. Tra le piattaforme pubbliche che utilizzano e sfruttano questo tipo di tecnologia c’è la Pubblica Amministrazione Italiana, che rende disponibili agli utenti alcuni database. Anche L’Istat, ovvero l’Istituto Nazionale di Statistica Italiano, rende accessibili agli utenti i propri dataset. È proprio quest’ultimo a contribuire maggiormente in Italia alla produzione di open data. Per la riproduzione dei dati Istat, è inoltre necessario utilizzare il formato originale per la loro condivisione e soprattutto citarne la fonte.

Se tra gli enti di erogazione pubblica l’Istat è la più importante istituzione promotrice di Open Data, nel privato è possibile trovare diversi siti che mettono a disposizione dell’utente interi dataset. Di solito si tratta di siti che hanno una mission ben definita: quella di sensibilizzare gli utenti sull’uso degli Open Data, sui loro vantaggi in termini di utilizzo e su una maggiore diffusione di questi ultimi.

Gli Open Data in Italia

In Italia gli Open Data sono ancora poco utilizzati e conosciuti. Il Ministero della Tecnologia e dell’Innovazione sta lavorando su questo campo, promuovendo lo sviluppo degli Open Data e la loro condivisione. Le politiche perseguite dal governo sono contenute all’interno del “Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione” e riguardano in particolare la gestione del catalogo nazionale di metadati, la promozione e la valorizzazione di questi ultimi. Il piano favorisce la cultura dei dati aperti e del loro libero scambio, attraverso l’attivazione di seminari online aperti a tutti. Inoltre, stabilisce gli standard per la metadatazione e le linee guida nazionali per fruire al meglio del patrimonio informativo italiano. È possibile consultare questi dati e le direttive del Governo per il loro utilizzo nel sito del Ministero delle Tecnologia e dell’Innovazione.

Oltre a quanto contenuto nel sito del Governo, anche in Italia esistono piattaforme per la condivisione di metadati alle quali è possibile accedere per farsi un’idea di che tipo di dati di tratta e del loro funzionamento in contesti complessi. Sicuramente in Italia c’è ancora molto da fare in questo senso, soprattutto per quello che riguarda la sensibilizzazione degli utenti sull’esistenza degli Open Data  e su tutti i loro possibili campi di utilizzo.

 

A cura di

Miriam Salamone


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