Gli effetti dei social network sulla società

Gli effetti dei social network sulla società

I social network da circa vent’anni a questa parte hanno stravolto la vita degli esseri umani. Da semplici mezzi per mettere in contatto persone in tutto il mondo sono diventati delle vere e proprie basi per esprimere le proprie idee riguardo vari temi, dalla politica all’economia, dal lavoro all’educazione, dalla differenza di genere alla disuguaglianza. E con la loro invenzione anche la comunicazione è cambiata, affidando a essi il ruolo di veicolo di informazioni.

Ma questi flussi di informazioni sono sempre veritieri o a volte vengono manipolati? Con lo scoppio della pandemia si è assistito a un vero e proprio aumento della circolazione di notizie false riguardo scenari complottisti, causando la cosiddetta “infodemia”. La domanda che sorge spontanea è: attraverso i social quale democrazia si va costruendo?

Ecco perché risulta importante osservare e studiare gli effetti dei social network sul comportamento collettivo.

 

Combattere la disinformazione e la polarizzazione nei Social Network

La disinformazione che dilaga sui social network è in grado di alterare l’opinione pubblica e le dinamiche tradizionali della democrazia. È sempre più urgente e necessario mitigare i danni che la società si è trovata a dover affrontare a causa dell’aumento del tempo trascorso online anche durante la pandemia.

La maggior parte degli utenti tende a concentrarsi e a fidarsi solo di determinate fonti di notizie, senza farsi domande, perché sopraffatti dalla convinzione che, se condivise da tutti e tutte, queste devono necessariamente essere veritiere. Inoltre, gli individui sono sempre meno abituati al confronto, alla messa in discussione e alla modifica delle proprie opinioni. Si creano di conseguenza comunità segregate e posizioni polarizzanti tra gli utenti, le quali individuano chi ha un’opinione diversa come nemico o avversario.

 

Uscire dalla propria zona di comfort

La tendenza appena vista si collega al fenomeno dell’echo chamber, ossia uno spazio virtuale, una “stanza”, in cui le idee vengono rafforzate dalla comunicazione e ripetute al suo interno. Così nella vita reale come sui social media, gli individui tenderebbero a selezionare persone e idee affini. Ciò non richiede un grande sforzo intellettuale, ma piuttosto incoraggia un approccio passivo verso l’acquisizione delle informazioni. Questa zona di comfort naturalmente aiuta a sentirsi più sicuri, ma di certo non aiuta a capire meglio i fatti o ad acquisire punti di vista differenti. Di conseguenza, avendo a che fare sempre con lo stesso tipo di contenuti si rischia di ridurre la propria creatività e ingegnosità, oltre a limitare l’acquisizione di senso critico necessario per una corretta comprensione di notizie e informazioni.

 

Combattere la radicalizzazione nei Social Network

Legato al concetto di echo chamber è il fenomeno della radicalizzazione dei comportamenti collettivi. Più gli spazi sono chiusi più i partecipanti fomentano idee estremiste senza possibilità di cambiamenti. Negli ultimi anni infatti i social media sono stati usati per incitare all’uso della violenza, per reclutare membri di organizzazioni terroristiche o contribuire a crimini contro l’umanità, come nel caso della persecuzione dei Rohingya in Myanmar.

 

Fare la propria parte

Lo studio dei social network è necessario al fine di migliorarne alcuni aspetti. Ciascuno è tenuto a fare la propria parte. Da un lato, i singoli utenti devono interrogarsi sulla veridicità delle notizie, approfondire, verificare. Dall’altro, i legislatori delle democrazie e le aziende tecnologiche devono rispondere dell’uso nocivo dei social media e delle campagne di disinformazione.

La soluzione potrebbe comprendere l’adozione di codici di condotta e la collaborazione con le organizzazioni non governative e le società civili. I governi dovrebbero investire per costruire un sentimento fiducia nei confronti dei media e rafforzare la capacità delle società civili per distinguere il vero dal falso.

L’obiettivo è promuovere il benessere della società, rendendo i social network uno strumento per la creazione della pace, per la difesa della democrazia e dei diritti umani.

 

A cura di:

Oriana D’Agostino


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