La scuola di oggi: ecco cosa è cambiato

La scuola di oggi: ecco cosa è cambiato

 

Cosa è cambiato nella scuola?

La scuola è un’istituzione che ci accompagna da secoli, ormai. Non tutto, però, è rimasto uguale al passato: negli ultimi anni, soprattutto, sono intervenuti diversi cambiamenti. Basti pensare all’introduzione del registro elettronico oppure, e più recentemente, all’utilizzo crescente della Didattica a Distanza (DAD) a causa della pandemia da Covid-19 per capire cosa è cambiato a scuola.

Vediamo allora insieme questi due importanti fattori di cambiamento per la didattica italiana.

 

2001 vs 2021: cosa è cambiato a scuola

Tante cose sono cambiate dai primi anni del nuovo millennio. Soprattutto, la tecnologia è avanzata a dismisura: basti pensare che chi oggi ha venticinque anni giocava, alle elementari, a Snake con il Nokia 3310, e comunicava tramite Windows Messenger.

Internet esisteva, certo, ma era agli albori. Navigare in Rete richiedeva moltissimo tempo e per questo era una pratica scarsamente utilizzata dagli studenti.

Un esempio? Per la versione di latino o gli esercizi di matematica bisognava cavarsela da soli: non esistevano scorciatoie online. Inoltre, non c’erano esami di riparazione a settembre (si recuperava durante l’anno successivo) e i genitori non scoprivano subito se si era saltata la scuola. Come? Semplice: non era ancora stato inventato il registro elettronico.

 

Il registro elettronico

Il registro elettronico è in uso, oramai, da una decina di anni. Per alcuni di noi, la sua prima apparizione è stata durante i primissimi anni delle scuole superiori. Quel marchingegno, che consentiva alle famiglie di consultare liberamente i voti e le assenze dei figli, sembrava più uno strumento infernale che un passo in avanti per la scuola italiana.

Il registro elettronico ha di fatto sostituito quello cartaceo, rappresentando una rivoluzione per quanto concerne il modo di gestire la classe, i rapporti con le famiglie, la trasparenza, la visibilità e le competenze richieste agli insegnanti.

Non solo, il registro elettronico ha rivoluzionato anche le valutazioni, non più comunicate dagli studenti ai genitori: questi ultimi infatti possono prenderne visione immediatamente, accedendo al registro elettronico del proprio figlio.

Il registro online venne introdotto dal decreto-legge n. 95 del 6 luglio 2012. L’obiettivo del decreto-legge era la “dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie”.

 

I problemi del registro elettronico…

Con il tempo alcuni dei problemi che hanno caratterizzato l’ingresso del registro elettronico nel nostro sistema scolastico sono andati affievolendosi.

Inizialmente, ad esempio, un problema molto importante era quello della connettività alla Rete internet, molto spesso inadeguata. Un altro problema era quello di dover dotare ogni aula di almeno un dispositivo che consentisse l’accesso al registro elettronico. Anche le problematiche relative ai docenti si sono mostrate da subito significative, perché questi non avevano mai ricevuto una formazione tecnologica che potesse definirsi efficace; inoltre, la precarietà di molti docenti non contribuiva allo sviluppo di nuove competenze.

Un’altra questione da non sottovalutare riguardava gli aspetti giuridici: si poteva avere la certezza che i dati immessi fossero inviolabili? Le credenziali per accedere ai registri elettronici soddisfacevano i requisiti di sicurezza? Per quanto riguarda quest’ultimo punto, attualmente è possibile accedere ai registri elettronici attraverso lo SPID: un passo in avanti verso la sicurezza.

 

… e i suoi aspetti positivi

Ad oggi, si può dire che l’adozione del registro elettronico sia stata una vera e propria rivoluzione all’interno del mondo scolastico.

Pur con tutte le problematicità evidenziate (molte di queste migliorate nel corso degli anni) l’utilizzo del registro elettronico ha comportato una semplificazione e una velocizzazione della comunicazione scuola-famiglia, rendendo i genitori partecipi non solo dell’andamento scolastico dei figli, ma anche delle attività svolte e della mole dei compiti assegnati. Tra i vantaggi emerge sicuramente poi il risparmio di tempo, in relazione sia alla registrazione delle giustifiche delle assenze e dei ritardi, sia alla programmazione delle interrogazioni.

 

La Didattica a Distanza (DAD)

Come ben sappiamo, la Didattica a Distanza (DAD) ha accompagnato le nostre scuole per gran parte del 2020 e del 2021, a causa della pandemia da Covid-19.

In questo periodo paradossale e difficile, la DAD ha rivoluzionato il nostro sistema scolastico. Un po’ come per l’introduzione del registro elettronico, anche la DAD – per forza di cose – non è stata preceduta da alcuna formazione né progettualità. Non a caso, con la ripresa della didattica in presenza, è possibile affermare che sì, la DAD ha avuto aspetti negativi, ma anche alcuni effetti positivi per la scuola.

 

Il mondo con la DAD

Innanzitutto, la DAD ha stravolto il mondo dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie, per i quali la scuola rappresenta il centro e il motore delle relazioni – sociali oltre che educative.

Le scuole, poi, si sono trovate impreparate: all’inizio, soprattutto, c’è stata molta difficoltà da parte degli insegnanti, che hanno dovuto ripensare in fretta e furia – e per intero – il modo di insegnare. I docenti hanno dovuto riadattare la progettazione didattica e le modalità di trasmissione dei contenuti; la relazione educativa tra insegnante-alunno è stata stravolta.

Ma anche per gli studenti è stato tutt’altro che semplice. Ore e ore davanti al computer, molte più distrazioni e separazione tra vita scolastica e vita personale quasi inesistente.  Per quanto riguarda poi i ragazzi con problematicità particolari (affetti da malattie, oppure cresciuti in contesti di disagio sociale), la difficoltà maggiore è stata quella di riuscire a tenerli vicini e partecipi alla dimensione scolastica, attraverso strategie che consentissero la loro presenza attiva alle lezioni.

Un altro aspetto tutt’altro che irrilevante è stato quello degli strumenti: non tutte le famiglie erano dotate di pc, tablet, cellulari. Ciò ha comportato grande difficoltà per alcuni studenti nel mantenere una costanza durante i mesi di didattica a distanza.

Ma ecco, anche, gli aspetti positivi della DAD – e le competenze in più che ha fornito durante i periodi più bui della pandemia. Come prima cosa, c’è da rilevare che il livello di conoscenza tecnologica si è nettamente innalzato: la tecnologia è stata finalmente considerata e apprezzata come una risorsa da (e per) studiare, approfondire e coltivare.

Inoltre, gli studenti hanno sviluppato una maggiore adattabilità e autonomia, imparando a gestire il tempo e a organizzarsi.

Da ultimo (ma non certo per importanza), i ragazzi hanno iniziato ad apprezzare il valore della scuola come luogo di socializzazione, crescita e condivisione – oltre che di acquisizione di conoscenze.

 

A cura di

Martina Nicelli


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