Digital divide: la sfida delle telecomunicazioni in Italia

In Italia si torna a parlare di digital divide. Negli ultimi vent’anni Il World Wide Web ha acquisito via via sempre maggiore importanza e l’accesso ad una connessione ad Internet è diventato una necessità. Soprattutto a seguito dell’attuazione di politiche legate allo Smart Working per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, il digitale è diventato un elemento fondamentale. Esso viene utilizzato non solo per la comunicazione interpersonale, ma soprattutto per il funzionamento dell’intero apparato economico e sociale. Dal pubblico al privato, dal mondo della scuola all’intero apparato produttivo, sempre più settori si avviano alla digitalizzazione. Questo ha portato ad interrogarsi sull’importanza del digitale, ma soprattutto molti sono gli interrogativi sull’implementazione e il potenziamento delle infrastrutture legate all’uso di questo tipo di tecnologia. Ma quali sono i temi emergenti che animano il dibattito parlamentare quando si parla di infrastrutture legate al mondo delle comunicazioni?

Digital divide in Italia: quando le strutture sono il problema

In piena emergenza Coronavirus, il tema del digital divide in Italia torna ad animare il quadro politico con uno scontro sulla disponibilità delle infrastrutture digitali nel nostro Paese. Infatti, sebbene alcune aree abbiano già accesso alle infrastrutture fisiche necessarie a un uso di Internet sempre più veloce e performante, altre ne sono ancora sprovviste. Ad esempio, pochissime sono le persone che possiedono la banda ultralarga, fondamentale per poter usufruire della connessione ultraveloce.

Tra i nodi strategici da risolvere, figurano poi il completamento del cablaggio della Pubblica Amministrazione, comprese scuole e uffici, e l’incentivazione della domanda per connessioni a banda ultralarga attraverso l’utilizzo di bonus e voucher alle famiglie italiane.

Digital divide in Italia: proprietà pubblica o privata?

Vista la necessità di fornire agli utenti gli strumenti necessari per uscire dal digital divide il dibattito si è spostato sulla proprietà della nuova infrastruttura a fibra ottica, ancora in fase di completamento. Il nodo centrale da sciogliere è se debba essere pubblica, o controllata da privati. Attualmente, oltre alla TIM, principale concorrente è Open Fiber. Quest’ultima si prefissa l’ambizioso progetto di costruire una fibra totalmente alternativa a quella del principale attore di mercato. Il problema principale di queste dinamiche è legato alla presenza di più competitors per lo stesso servizio. Questo fatto, sebben porti a maggiori investimenti e a maggiore dinamicità del mercato, di fatto ha anche, come conseguenza negativa, la presentazione di un’offerta infrastrutturale non omogenea su tutto il territorio nazionale.

Strutture a fibra ottica, tra aree nere e aree bianche

Inoltre, esiste una forte contrapposizione tra aree nere e aree bianche che la competizione tra Tim e Open Fiber non è riuscita a colmare. Le aree nere sono in prevalenza aree metropolitane dove sono presenti più operatori. In queste aree, le infrastrutture sono già fornite di connessione ultraveloce. Le aree bianche, invece, sono le aree del paese dove non vi è nessun operatore che finanzi la banda larga.

Questo tipo di dinamiche non ha portato benefici consistenti al Paese, ma ha anzi aumentato il divario tra aree in cui Internet corre veloce e aree, si parla di 3,6 milioni di numeri civici, non coperte da nessuna tecnologia.

Digital divide in Italia: qual è la direzione presa dal Governo?

La soluzione a cui stanno lavorando Cdp e Tim è un piano basato sul controllo da parte dei privati della rete a fibra ottica, con una supervisione da parte dello stato. Alla base del piano ci sarebbe la creazione di una rete con Tim proprietaria del 50,1% degli asset. A supervisionare il tutto, una governance di controllo di cui dovrebbero far parte Cdp e altri enti interessati ad investire nella nuova rete. Questo dovrebbe portare, in breve tempo, alla diffusione di una rete maggiormente omogenea che possa rispondere e fornire soluzioni concrete alla problematica del digital divide in Italia.

Digitalizzazione pandemia: alcune considerazioni

Durante questi mesi, tutti i settori hanno dovuto subire una digitalizzazione forzata. L’Italia, rispetto ad altri Peasi Europei si è trovata impreparata ad affrontare le nuove sfide della digitalizzazione. Queste riguardano non solo i servizi offerti al pubblico, ma anche l’ammodernamento dei processi produttivi, in cui la rete a fibra ottica riveste un’importanza centrale. La sua costruzione ed implementazione sarebbe fondamentale per poter fornire gli strumenti digitali necessari a rendere più competitivo il nostro Paese nel mercato europeo.

A cura di

Miriam Salamone


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