Fake news: come e perché combatterle

Il mondo di oggi è sempre più connesso e internet ricopre trasversalmente ogni ambito della vita quotidiana di ognuno di noi. Le possibilità che si hanno grazie alla rete e alla velocità con cui viaggiano le informazioni sono potenzialmente infinite. Le notizie arrivano agli utenti del web in tempo reale, prima ancora che giornali e telegiornali le diffondano ai telespettatori. Questo potrebbe sembrare positivo, e per molti aspetti lo è davvero: persone più informate, più consapevoli e perciò anche più attive nelle questioni collettive. La globalità dell’informazione ha però anche risvolti negativi che purtroppo vanno a minare le potenzialità costruttive di questo fenomeno, caratteristico proprio degli ultimi anni.

Il fenomeno delle fake news

Esistono purtroppo quelle che vengono generalmente chiamate fake news, ovvero delle notizie false che viaggiano sempre più velocemente grazie ai canali di comunicazione moderni. Una definizione più precisa è stata fornita da Žiga Turk, professore presso l’Università di Lubiana e autore di importanti ricerche per il Parlamento europeo, che ha definito così le fake news:

Tutte le forme di informazioni false, inaccurate e fuorvianti che vengono create e promosse con lo scopo di fare profitti o causare intenzionalmente un danno pubblico.

Quando si parla di fake news molto spesso si tende a sottovalutare il fenomeno, si crede che certe informazioni siano così assurde che nessuno potrebbe mai crederci. Invece non è così. Molto spesso gli utenti sono disinformati e non hanno la minima idea dell’argomento di cui la notizia tratta, così finiscono per definirla vera, considerando ogni fonte come autorevole. L’uso di internet ha reso la diffusione di tali informazioni ancora più rapida e capillare.

Educazione digitale e fake news

Tutto questo rende necessaria l’esistenza di un’educazione civica digitale, ovvero quell’insieme di pratiche volte all’alfabetizzazione digitale degli utenti, utile alla comprensione dei contenuti del web e di conseguenza anche al loro utilizzo consapevole e responsabile.

Ogni persona che usufruisce di mezzi come i Social Network è potenzialmente soggetta alla lettura di fake news, ma ci sono alcuni soggetti che sono più influenzabili di altri e perciò maggiormente colpiti. Proprio per questo l’educazione civica digitale deve rendere gli utenti capaci di districarsi nella giungla dell’informazione online. Sicuramente per coloro che usufruiscono ingenuamente degli strumenti tecnologici è più complicato distinguere il vero da ciò che non lo è. Così come è più facile che un soggetto poco informato su un determinato argomento sia più influenzabile da una notizia falsa, che questa riguardi politica, ambiente o altro, rispetto a chi invece conosce la tematica e nota l’inaffidabilità di determinati articoli.

Un fenomeno complesso

La questione delle fake news è però molto più complessa di come sembra. Per prima cosa queste non sono così innocue come potrebbero sembrare. Anzi, tutto l’opposto: sono dannose soprattutto se si prende in considerazione come ne viene influenzata l’opinione pubblica e a sua volta la comunità. Combatterle non è cosa semplice. La capillarità garantita dalla rete rende più rapida e facile la diffusione di false notizie. Negli ultimi anni sono nati inoltre siti per la creazione di fake news, dall’intento che non è sicuramente nobile: se inizialmente erano soltanto un mezzo per guadagnare senza troppa fatica su internet, oggi è invece sempre più considerato un modo per influenzare la politica dei diversi paesi.

Come fermare le fake news?

La questione piuttosto controversa riguarda il metodo più efficace per fermare la diffusione delle fake news. Per farlo si finisce inevitabilmente per rimanere impigliati in questioni di etica: viviamo in un mondo sempre più democratico e la democrazia, si sa, è fondata sulla libertà di espressione. Vietare la diffusione di determinate notizie, seppur false, minerebbe in qualche modo questo principio, applicando così al mondo del web una forma di censura.

Una soluzione alternativa proposta dallo stesso Turk sarebbe quella di arginare il problema etichettando le fake news come tali. Grazie ad alcuni supporti esterni si dovrebbero aggiungere informazioni che permettano all’utente di capire se ciò che legge può essere vero oppure no. Questo metodo non è una garanzia certa, ma sicuramente può essere un supporto utile.
Come sconfiggere allora definitivamente questo fenomeno dannoso e sempre più diffuso? La risposta che viene data da Turk come conclusione di una ricerca parlamentare è molto esaustiva e fornisce una soluzione non facilmente applicabile, ma sicuramente chiara e in grado di evidenziare il problema alla base delle fake news:

È chiamato buon senso e alfabetizzazione mediatica. I cittadini devono diventare consapevoli che internet è un ambiente molto diverso dalla televisione e dai giornali. Non ci sono redattori e non ci sono controllori. Gli utenti devono essere vigili e attenti per non cascare in nessuna delle fake news che circolano. Su internet, ogni giorno è il primo di aprile. Ogni giorno, bisogna consumare i contenuti criticamente.

La questione dunque è risolvibile con una maggiore educazione civica digitale: solo in questo modo gli utenti potranno essere più consapevoli e distingueranno ciò che è vero da ciò che invece non può esserlo.

 

A cura di

Chiara Basile


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