Letteratura e Web

Letteratura e Web

C’era una volta il libro.

Quel compagno di viaggio che spesso prendevamo in prestito dalle biblioteche e stavamo ore a sfogliare. Lo tenevamo attaccato al petto, come fosse un caro amico, mentre ci spostavamo in un angolo silenzioso per cominciare a divorarne ogni parola. Era il nostro modo di evadere dalla quotidianità, quel tempo trascorso sulle pagine ingiallite di libri consumati dal tempo e dalle persone; e i personaggi diventavano nostri compagni di viaggio, confidenti, aiutanti. Esploravamo nuove terre e nuovi mondi, viaggiavamo in nuovi universi pur stando a casa. Ci dimenticavamo del tempo che scorreva e, alla fine di questo viaggio, quello che ci rimaneva era un groppone in gola, come quando si saluta una persona cara sapendo che non la si rivedrà per molto tempo.

Poi è arrivata la tecnologia, e ha scombussolato le nostre vite. Abbiamo conosciuto nuovi passatempi, ricercato online continenti lontani, siamo diventati pigri e quel compagno di viaggio tendiamo a sfogliarlo sempre meno, intervallando la lettura a uno sguardo sullo schermo.

 

Nasce la eLiterature, racconti per dispositivi elettronici

Eppure, letteratura e Web non sono mondi paralleli; la tecnologia ha allungato il suo braccio anche su di essa, scombussolandone le caratteristiche. Nasce così la letteratura elettronica o eLiterature, non un semplice genere ma un vero e proprio fenomeno che abbraccia vari ambiti tra cui, appunto, quello letterario.

Darne una definizione unica e condivisa appare da subito molto complicato a causa della sua natura multidisciplinare; ciò che è certo è che questa letteratura si distingue per il fatto di essere stata creata per i dispositivi digitali.

Diciamo quindi addio alla sequenzialità e linearità che hanno da sempre contraddistinto il testo stampato, per abbracciare questa nuova modalità nel quale il testo è arricchito con contenuti audio e video, le lettere o addirittura interi paragrafi possono essere spostati di posizione e cancellati e lo scritto si trasforma in una sorta di labirinto nel quale il lettore, attraverso l’utilizzo di link, si sposta da una sotto-unità (o nodo) all’altra, seguendo uno schema reticolare. In questo modo è il lettore che, slegandosi completamente dalle decisioni dell’autore, si “sostituisce” ad esso, decidendo in autonomia l’organizzazione della storia.

Molti dei programmi ipertestuali permettono inoltre a chi legge di passare alla “modalità autore”: questo significa che, da spettatore “passivo”, l’utente può prendere le redini del racconto e cambiarlo, inserendo elementi all’interno del testo o cancellandoli; può cambiarne l’aspetto o il formato e addirittura inserire dei link per permettere il passaggio da un nodo all’altro. Questo, ovviamente, entro certi limiti stabiliti dalla persona che in quel momento si trova a ricoprire la posizione di autore, che può decidere se consentire al lettore di intervenire direttamente sul testo o meno.

 

Afternoon, a story: uno dei primi esempi di letteratura elettronica

Gli ipertesti sono numerosi: in alcuni casi si tratta di testi classici della letteratura riadattati in questa nuova modalità e corredati da una serie di materiali come bozze dello scritto, bibliografia e materiali inconografici. In altri invece i romanzi sono stati pensati per essere consultati attraverso dispositivi elettronici.
Uno di questi, scritto da una figura considerata tra i pionieri della letteratura elettronica, Michael Joyce, è Afternoon, a story prodotto nel 1987 e pubblicato nel 1990 dalla Eastgate system, casa editrice e produttrice di software con sede nel Massachusetts. Racconta la storia di un uomo testimone di un incidente stradale nel quale potrebbero essere stati coinvolti anche sua moglie e suo figlio e la particolarità del testo sta nel fatto che la storia può cambiare a seconda del percorso che si decide di seguire cliccando le varie sottounità.

 

Il rapporto tra lettore e opera elettronica

La nascita e la diffusione degli ipertesti, come suggerito anche dagli articoli che trattano dell’argomento, porta a un ripensamento e a una nuova definizione del rapporto tra lettore e letteratura. Nonostante quella della non linearità sia una delle caratteristiche specifiche di questi lavori, per cui l’utente è perfettamente consapevole del tipo di racconto che si troverà di fronte, la sensazione al primo approccio è quella di spaesamento. Non esiste una fine della storia che sia valida per tutti, perchè ciascuno decide in maniera indipendente quale nodo approfondire, quali link cliccare, incappando in sezioni della narrazione sempre diverse.

Questo implica anche una certa difficoltà nella recensione di questo tipo di opere e porta con sè un senso di incompletezza e conoscenza solo parziale della storia, essendo praticamente impossibile esplorare tutte le sotto-unità di cui il testo si compone. Il lettore non riesce a immergersi completamente nella storia, la sua non è un’esperienza totalizzante, perchè il ritmo frammentato non permette una conoscenza completa del testo. Inoltre, le varie sezioni devono essere pensate per potersi agganciare da qualsiasi link ci si arrivi, per cui si punterà meno al racconto delle avventure e molto di più alla caratterizzazione psicologica dei personaggi; ogni spezzone rappresenterà un’unità autosufficiente, con una tendenza alla brevità e alla concentrazione delle informazione per ottenere la conclusione di ogni nodo.

 

Letteratura e Web in Italia e gli sviluppi futuri

La produzione ipertestuale con il nuovo millennio si è moltiplicata, così come anche gli studi a riguardo. L’Italia, a causa di un certo ritardo anche nell’accessibilità alla Rete internet, ha ignorato per vario tempo questo nuovo filone, arrivando in ritardo nell’elaborazione di una propria tradizione che, da qualche anno a questa parte, sta crescendo sempre di più.

Resta da capire come si evolverà questo intricato rapporto tra letteratura e Web, e se arriverà un momento, in un futuro non più così lontano, nel quale dovremo dire addio ai cari vecchi volumi di carta che tanto abbelliscono le nostre librerie e le nostre vite.

 

A cura di:

Giusy Pitzeri


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