No vax: guerriglia digitale contro i locali al chiuso
Com’è ben noto, le recenti disposizioni nazionali in tema di sicurezza e prevenzione contro il Coronavirus hanno previsto l’introduzione del Green Pass, la certificazione di vaccinazione o guarigione necessaria per accedere ai locali al chiuso. Nonostante una grande maggioranza degli italiani si sia allineata a queste norme esibendo il documento all’ingresso, un esercito di irriducibili No Vax e No Green Pass ha pensato bene di dichiarare guerra a tutti quegli esercenti che lo richiedono: e gli strumenti della guerra sono quelli del digitale e le modalità nono sono nuove. Nelle scorse settimane, un’ondata di recensioni negative ha pervaso i profili Google di una buona quantità di locali e ristoranti a livello nazionale, danneggiando la loro reputazione.
Il Crazy Cat Cafè a Milano
Vittima più discussa di questo tipo di assalti è stato il noto locale per umani e felini di Milano, il Crazy Cat Cafè, ancor prima della bufera sollevata dal Green Pass. Tutto è cominciato a giugno 2021, con l’arrivo di uno streamer molto noto per i suoi comportamenti molesti e volgari, entrato nel locale e successivamente cacciato dal personale. Lo streamer, invece di ricevere ondate di biasimo, è stato seguito da un’orda di fan adoranti, con conseguenze catastrofiche. Nei giorni successivi, i gestori hanno ricevuto centinaia di chiamate fasulle che hanno intasato la rete telefonica, oltre ad aver ricevuto moltissime recensioni negative a scopo goliardico.
La situazione è precipitata ulteriormente quando, dopo mesi di chiusura, la fama del locale su Google è crollata da 4.5 a 2 stelle nette, danneggiando gravemente l’attività. I proprietari si sono detti profondamente amareggiati e sconfortati dall’episodio. Hanno inoltre presentato una denuncia contro il principale colpevole, lo streamer molesto, ma senza che seguissero azioni legali. Fortunatamente, un nutrito gruppo di ex clienti ha rilasciato spontaneamente recensioni positive sul profilo Google del locale, aiutandolo a recuperare un po’ del suo prestigio.
Un’estate amara
Il Green Pass è entrato in vigore a estate inoltrata, impedendo alle persone ancora sprovviste di certificazione di partecipare a qualsiasi attività al chiuso. Le ispezioni delle Forze dell’Ordine hanno fatto luce su diversi locali non a norma, punendo i trasgressori con salatissime multe e persino chiudendo alcune attività. Se questo ha da un lato scoraggiato i clienti e proprietari di attività morosi, dall’altro ha incoraggiato azioni di protesta molto scorrette, organizzate spesso su gruppi Telegram.
Migliaia di persone hanno sfruttato l’anonimato parziale garantito dalla piattaforma di messaggistica per organizzare veri e propri raid virtuali (e talvolta anche reali) contro attività mirate. Per tutto il periodo estivo, gruppi come “Basta Dittatura” (da pochi giorni chiuso definitivamente) e “Io Non Mi Vaccino” hanno raccolto membri e adesioni, spammando recensioni negative, commenti denigratori e, purtroppo, anche sporadici casi di aggressione fisica a esercenti e clienti allineati con le norme di sicurezza.
Non è la prima volta che i gruppi di messaggistica vengono utilizzati come raduni clandestini per lanciare attacchi a persone e attività, una pratica già molto diffusa con lo sdoganamento della propaganda politica online.
Strumenti di difesa
È lecito difendersi da attacchi immotivati, qui di seguito alcuni metodi per limitare i danni:
- don’t feed the troll: rispondere è una pessima idea e rischia di intensificare la campagna di shitstorming;
- bloccare gli utenti molesti: sebbene su Google questa opzione sia molto più limitata, sui principali social è possibile impedire ogni interazione delle persone con la pagina o il profilo sotto attacco;
- aspettare la calma: nei casi meno estremi, una campagna di shitstorming ha durata relativamente breve. Gli utenti passano da un bersaglio all’altro in fretta e questo va a vantaggio delle potenziali vittime.
A cura di
Francesco Antoniozzi
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