Una conseguenza dell’overload di informazioni: l’information anxiety

Information overload

Letteralmente information overload significa sovraccarico di informazioni. Questo fenomeno si verifica quando si riceve una quantità di informazioni tali da non riuscire a prendere una decisione né a sceglierne una specifica sulla quale focalizzarsi. Lo sviluppo del web, dei siti, dei social e l’enorme quantitativo di informazioni di cui sono invasi, attendibili e non, possono inibire la capacità dell’utente di scremarle e di individuare quelle valide. Questo crea disordine e confusione, e rende più difficile prendere una posizione riguardo a una specifica tematica.

Inoltre, l’information overload viene definito anche come lo stress causato dalla ricezione di un numero eccessivo di informazioni rispetto a quelle necessarie per decidere; un numero maggiore di quelle che possono essere capite, incamerate e infine gestite in un determinato arco di tempo.

Information overload addiction

L’information overload può sfociare in un vero e proprio disturbo o dipendenza. In questo caso l’utente trascorre sempre più tempo online alla ricerca di informazioni aggiornate e complete, senza riuscire a fermarsi o a diminuire la quantità di tempo passato in rete. Inizialmente quando trova l’informazione tanto attesa e cercata, prova un senso di soddisfazione e compiacimento che, però, si trasforma pian piano in un circolo vizioso in cui rimane intrappolato: le informazioni iniziali non sono più sufficienti e l’utente sente l’esigenza di ricercarne di ulteriori.

Per lui rappresenta una necessità primaria, nonché un dovere al quale non può sottrarsi. Ha paura di lasciarsi scappare informazioni di vitale importanza e non si sente mai abbastanza aggiornato, nonostante utilizzi tutti gli strumenti a sua disposizione: iscrizione a newsletter e RRS, controllo ossessivo delle e-mail in arrivo, aggiornamento continuo delle pagine web e monitoraggio costante dei social network. La ricerca si conclude con una quantità spropositata di contenuti salvati sul pc o tra le pagine preferite del browser che però non portano ad alcun beneficio; al contrario aumentano il caos.

Questo scenario si può ipotizzare quando l’utente:

  • Trascorre molto tempo su internet alla ricerca di informazioni, dati e notizie;
  • Ha tentato svariate volte di limitare e sospendere l’attività di ricerca con scarsi risultati;
  • Persevera nel cercare informazioni in maniera compulsiva nonostante questo abbia avuto delle ripercussioni negative sulla sua vita sociale, economica e familiare.

Information anxiety

Il termine information anxiety (o ansia da informazione) è stato coniato da Richard Saul Wurman nel 1989. Esso si riferisce alla condizione di stress determinata dall’impossibilità di accedere, capire o usufruire di una determinata informazione. Nello specifico Wurman la definisce come “il prodotto del sempre più ampio divario tra ciò che si ha capito e ciò che, invece, si pensa di aver capito. È il buco nero che divide i dati dalla conoscenza”.

L’ansia da informazione è una delle principali conseguenze dell’information overload. Gli studiosi Baron e Wood sostengono che si sviluppi quando i compiti che si stanno svolgendo diventano sempre più complessi, quando aumentano la quantità e la forza delle distrazioni presenti e infine, quando vengono affidati compiti nuovi, per i quali non si ha ancora acquisito sufficiente dimestichezza e padronanza. Infatti questa condizione generalmente non si presenta in caso di attività già ben consolidate e abituali.

L’ansia quindi è dovuta principalmente all’incapacità di accedere e di fare uso di certe informazioni, piuttosto che alla sensazione di esserne sopraffatti.

Inoltre, questo tipo di ansia non evidenzia particolari manifestazioni fisiche, a differenza del fenomeno parallelo, ovvero l’information fatigue syndrome o sindrome da affaticamento informativo. In questo caso si possono verificare episodi di confusione e frustrazione, dolori di stomaco e mal di testa, malumori e irritabilità, dimenticanze e insonnia.

Evoluzione tecnologica e società: individui e relazioni sociali a confronto

Lo sviluppo della tecnologia ha senz’altro influenzato l’andamento della società e il suo orientamento. Le nuove tecnologie hanno plasmato la vita degli individui tanto da diventarne parte integrante. I cambiamenti sono stati evidenti e le conseguenze quasi tangibili.

Tra gli effetti di maggior rilievo legati all’introduzione del progresso emerge in primis la limitata capacità di concentrazione delle persone. Il fatto di dover spartire l’attenzione tra un numero elevato di stimoli nello stesso momento fa sì che non ci si dilunghi più su un singolo compito.

Questo fattore è connesso soprattutto alla tematica della navigazione in rete, in quanto quest’ultima ha profondamente modificato il modo di rapportarsi con la lettura.

Information overload e le sue conseguenze

Oggi le informazioni vengono distribuite in un flusso molto rapido e l’utente si aspetta di ottenerle in tempi altrettanto stretti. Alcuni ricercatori dell’University College di Londra, infatti, affermano che l’utente odierno preferisce una lettura orizzontale basata su titoli, abstracts e riassunti. Sicuramente la lettura risulta più veloce e sbrigativa, ma allo stesso tempo diventa anche più sterile e superficiale. Si da priorità alla codifica delle informazioni, lasciando in secondo piano l’interpretazione e la capacità di analisi critica del testo.

Dovendo confrontarsi con quantità maggiori di informazioni rispetto a quelle che si riescono a processare, il rischio è di farsi un’idea sulla base di informazioni preliminari e incomplete; nonché di rimanerci legati nonostante la successiva scoperta di evidenze che la contraddicono.

Questo comportamento è frutto dell’information overload. Se un individuo compie una ricerca, si trova di fronte a una lista infinita di siti e pagine web da consultare, generalmente si limita a esaminare solo i primi risultati per giungere a una conclusione. Egli approfondisce esclusivamente le informazioni a supporto della sua idea, e non quelle contrarie. Questa ossessione per la ricerca delle informazioni e per internet in generale è diffusa specialmente tra i giovani.

Questo comportamento causa un profondo impoverimento delle relazioni sociali e in molti casi un vero e proprio cambiamento a livello cerebrale, come denota Susan Greenfield, nota neuroscienziata dell’Università di Oxford.

Per concludere, si può affermare che il mutamento riscontrato in seguito all’uso quotidiano di internet e dei social media ha avuto un impatto notevole sulla vita di ognuno, sia in senso positivo che in senso negativo. Da un lato ha facilitato la comunicazione diventando una risorsa concreta; dall’altro ha incentivato a creare delle difficoltà sul piano relazionale tra gli individui. Infine, ha messo a disposizione del mondo una quantità illimitata di informazioni che possono costituire anche un rischio.

 

A cura di

Rebecca Brighton


FONTI:

CREDITS: