I videogiochi come forma culturale

I videogiochi sono riusciti a conquistare un posto d’onore tra le forme d’intrattenimento più diffuse al mondo, nonostante le numerose critiche ricevute nel corso degli anni. Infatti, è stato spesso affermato che i videogames veicolino degli insegnamenti negativi, come l’uso della violenza. Eppure queste critiche non hanno fermato la loro diffusione, portando uomini e donne di tutte le età ad appassionarsi a questo mondo; tanto da rendere i videogames il media d’intrattenimento più remunerativo, come dimostrano i dati relativi al mercato e all’industria videoludica.

Nel corso degli anni, i videogiochi si sono evoluti e trasformati fino a diventare delle vere e proprie opere d’arte. Non a caso oggi si tende a evidenziare molto questo lato artistico dei videogames, inoltre si discute sempre più spesso sulla possibilità di utilizzare i giochi elettronici non solo come un medium di svago, ma anche e soprattutto come un medium culturale. Gli IVIPRO DAYS, un evento organizzato a Ferrara nel settembre 2019, hanno contribuito proprio a mostrare come i videogiochi possano essere considerati a tutti gli effetti una nuova forma culturale a un pubblico di curiosi e appassionati.

Esiste una definizione di videogioco?

L’enciclopedia Treccani offre la seguente definizione del termine videogioco:

Un dispositivo elettronico che consente di giocare interagendo con le immagini di uno schermo.

Essa quindi pone l’accento sulla presenza di un monitor, di uno schermo sul quale scorrono le immagini. Ma secondo uno studio condotto da AESVI (Associazione editori software videoludico italiana), in collaborazione con l’Istituito Iard di Milano, questa definizione tende a ridurre la complessità insita nei videogames. Esistono ovviamente definizioni più dense di videogioco, come quella di “storia interattiva”. Ma come sottolinea lo studio precedentemente accennato, anche quest’ultima presenta un problema, infatti:

Non tutti i videogiochi sono storie: anzi in parecchi videogame la dimensione puramente narrativa è sullo sfondo, appena accennata, oppure è del tutto assente.

Alcuni ricercatori, come Carlo Molina ed Espen J. Aarseth, preferiscono parlare di “computer game”, ponendo così l’accento sulla natura informatica dei videogiochi. In ogni caso ancora non è stata trovata una definizione accettabile di videogame, proprio perché si tratta di una realtà estremamente complessa, di un medium di svago con mille sfaccettature, tra cui anche quella artistica e culturale.

Videogames: nascita e sviluppo

I videogiochi nascono negli Stati Uniti dei primi anni Cinquanta contemporaneamente ai primi calcolatori, ovvero gli antenati degli odierni computer. Infatti i primi videogames furono realizzati con lo scopo di testare e confrontare l’intelligenza artificiale dei primi calcolatori automatizzati con quella degli esseri umani. All’epoca essi consistevano in semplici programmi di simulazione di giochi a due.

Il primo videogioco vero e proprio fu Spacewar, nato nel 1961 e diffusosi nei laboratori tecnici di tutto il mondo. Questo gioco elettronico ideato da S. Russel, ricercatore dell’MIT, simulava una battaglia spaziale tra due navicelle. Nel 1971 venne lanciato sul mercato Pong, primo prodotto di massa appartenente all’industria videoludica. Esso venne realizzato da N. Bushnell e simulava, come suggerisce del resto il nome, una partita di ping pong tra due giocatori. Inizialmente questo gioco elettronico era presente solo nei locali pubblici, ma grazie al suo enorme successo esso diede un notevole impulso alla costruzione delle prime console, che resero così possibile l’utilizzo domestico dei videogames.

Da questo momento in poi l’industria videoludica ha iniziato a proliferare e a svilupparsi sempre più, soprattutto negli anni Novanta grazie all’impulso fornito da Internet, dando vita a videogames che hanno segnato l’immaginario di intere generazioni, come Pac-Man, Super Mario Bros., Grand Theft Auto, Call of Duty e Minecraft.

Oggi esistono diverse tipologie di videogames, come i giochi di strategia o di ruolo; così come esistono diversi apparecchi che ne permettono l’utilizzo, come le console o i computer. Eppure il mondo dei videogiochi continua a essere una realtà dinamica, sempre in fermento, alla continua ricerca di nuovi stimoli per crescere ancora di più, come dimostrano gli ultimi dati riguardanti la Game Industry.

I numeri dell’industria videoludica

Secondo i dati forniti da Newzoo, uno dei provider di dati analitici più importanti nel campo dei videogames, nel 2019 l’industria videoludica ha visto un’importante crescita. Infatti i 2.5 miliardi di videogiocatori sparsi in tutto il mondo avrebbero speso ben 152.1 miliardi di dollari in questo settore, con un aumento del 10% rispetto a quanto speso nel 2018.

Gli Stati Uniti costituiscono il più grande mercato videoludico al mondo, con un valore complessivo di 36.9 miliardi di dollari, per la maggior parte rappresentato dalle console. Invece l’area comprendete Cina, Giappone e Corea risulta essere la prima Game Industry per fatturato, con 72.2 miliardi di dollari .

Le console rappresentano il segmento di mercato con la crescita maggiore nel  2019 (+13,4%), con un fatturato di 47.9 miliardi di dollari. Ma il più grande segmento di mercato rimane il mobile, che rappresenta ben il 45% del fatturato complessivo dell’industria videoludica.

Si stima che entro il 2022 la spesa globale dei videogiocatori arriverà a 196 miliardi di dollari. Inoltre è stato previsto che il segmento di mercato dedicato al mobile crescerà in maniera esponenziale, arrivando a rappresentare circa il 50% dello share dell’intera Game Industry, grazie soprattutto alla diffusione delle reti 5G. Anche il segmento di mercato rappresentato dalle console incrementerà il proprio fatturato, toccando i 60 miliardi di dollari, grazie soprattutto ai nuovi sistemi che verranno lanciati da Sony, Microsoft e Nintendo. Il tasso di crescita più basso appartiene invece al settore PC: +3,5% da qui al 2022.

Eventi culturali dedicati ai videogiochi

I videogiochi non sono solo uno strumento d’intrattenimento o un bene di consumo, ma sono ormai riconosciuti anche come una forma d’arte. Infatti lo sviluppo tecnologico ha permesso la realizzazione di grafiche, musiche e storie degne di essere riconosciute come un vero e proprio patrimonio culturale. Questo aspetto dei videogames viene evidenziato sempre più spesso grazie a mostre ed eventi culturali organizzati in tutto il mondo. Uno degli eventi più importanti in questo senso è stato Game Story, una mostra interattiva realizzata al Grand Palais di Parigi nel 2011 dal forte taglio storico, ma soprattutto estetico.

Anche l’Italia ha organizzato diversi eventi sul mondo dei videogiochi, a partire dalla storica mostra Play del 2002, allestita presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Un altro importante evento dedicato all’aspetto culturale dei videogames in Italia si è svolto lo scorso settembre, ovvero gli IVIPRO DAYS.

Gli IVIPRO DAYS

Gli IVIPRO DAYS, organizzati dall’Italian Videogame Program (IVIPRO), si sono svolti a Ferrara tra il 14 e il 15 settembre 2019. L’obiettivo di questo ambizioso progetto era quello di mettere in mostra il legame tra i videogiochi e il patrimonio culturale e territoriale del nostro Paese. L’idea di fondo è quella di poter utilizzare i videogiochi come uno strumento di promozione del territorio e del patrimonio artistico italiano e non solo. Un esempio di questo legame tra videogioco e patrimonio culturale può essere fornito dal celebre Assassin’s Creed, che nel secondo capitolo della sua saga ricostruisce in maniera impeccabile la Firenze medicea. Durante gli IVIPRO DAYS si è discusso anche di turismo videoludico e di educazione interattiva al territorio.

Gli IVIPRO DAYS sono quindi un chiaro esempio della vivacità del dibattito intorno alle enormi potenzialità dei videogiochi in ambito culturale. Questo dibattito naturalmente si trova ancora in una fase iniziale, ma tutto lascia pensare che presto la nostra società giungerà alla piena consapevolezza del valore culturale intrinseco nei videogiochi, abbandonando i pregiudizi intorno a essi, perché in fondo, come afferma Marco Accordi Rickards:

Il videogioco è al tempo stesso Arte per natura e per conquista.

 

A cura di

Valeria Vinzia


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