WhatsApp cambia i termini d’uso

Le condizioni d’uso delle applicazioni, dei social o dei servizi online in generale sono spesso trascurati. Premiamo “accetta” e tutto è risolto, accediamo al servizio di cui abbiamo bisogno. Ma tali documenti riportano molte informazioni fondamentali su ciò che accadrà ai nostri dati. Provando a leggerli siamo però subito scoraggiati vedendo che sono pagine e pagine piene di termini legali. Raccogliere informazioni su ciò che accettiamo, tuttavia, è importante e non dovremmo farlo con leggerezza. Chi mai firmerebbe un contratto senza leggerne neanche una riga?

A breve, sarà WhatsApp ad aggiornare le condizioni d’uso ed è quindi utile comprendere cosa questo comporti per i nostri dati.

L’aggiornamento dei termini d’uso di WhatsApp

L’8 febbraio 2021 la piattaforma di messaggistica istantanea aggiornerà le proprie condizioni d’uso. Spesso tali modifiche hanno un impatto quasi nullo: molte volte sono semplicemente aggiornamenti dei termini legali per allinearsi alle nuove normative internazionali. Altre volte, invece, questo tipo di aggiornamenti ha impatti ben più evidenti: basti pensare ai cookies, ai quali ormai pensiamo solo come banner fastidiosi che spuntano entrando in un sito.

L’aggiornamento di WhatsApp di febbraio inserisce, a quanto sappiamo oggi, delle modifiche piuttosto marginali ma che chiariscono bene qual è la strategia di Mark Zuckerberg.

L’applicazione aggiornerà, prima di tutto, le indicazioni su come gestisce i dati degli utenti. Su questo aspetto non ci sono ancora informazioni chiare, e dovremo aspettare la data dell’aggiornamento per conoscere le novità. Abbiamo invece informazioni più precise sull’altro punto chiave della modifica grazie ai beta-tester della piattaforma e riguarda il modo in cui le aziende potranno sfruttare le nostre chat con loro.

L’interazione con gli account business

La seconda modifica regolamenta il modo in cui le aziende potranno utilizzare i servizi di Facebook per conservare e sfruttare le chat WhatsApp con i loro clienti. Questa modifica è stata già inserita nelle FAQ della piattaforma. Come riporta tale sito “alcune attività potranno scegliere la società madre, Facebook, per archiviare i messaggi e rispondere ai clienti in modo sicuro. Facebook non userà automaticamente i tuoi messaggi per influenzare le inserzioni che vedi, ma le attività potranno utilizzare le chat ricevute a scopi di marketing, che potrebbero includere la pubblicità su Facebook».

Volendo riassumere la risposta di WhatsApp, quindi, se avvieremo sull’applicazione una chat con un profilo Business, tale profilo potrà poi cominciare a proporci pubblicità mirata su Facebook. Se utilizzeremo WhatsApp per chiedere informazioni riguardo ad alcuni prodotti ad un’azienda, dovremo quindi aspettarci di imbatterci su Facebook in pubblicità di tali articoli.

WhatsApp specifica poi che sarà possibile ottenere maggiori informazioni mettendosi in contatto con le aziende. Allo stesso tempo, ogni modifica allo stato della crittografia end-to-end in una chat protetta “non può essere modificato senza che le modifiche siano visibili all’utente”. In tal modo la riservatezza dovrebbe essere sempre sotto il controllo dell’utente.

Accettare questo aggiornamento delle condizioni d’uso non sarà facoltativo ovviamente: nel caso in cui non si vogliano accettare le modifiche, l’utilizzo del profilo verrà bloccato. A questo punto si potrà cancellare il proprio profilo, oppure attendere qualche settimana perché WhatsApp lo cancelli in automatico a causa dell’inattività.

La strategia di Facebook

Queste nuove funzioni che WhatsApp offre alle aziende con un profilo Facebook sono un chiaro segno di quella che sarà la strategia di Mark Zuckerberg nei prossimi anni. Da quando Facebook acquistò il servizio di messaggistica istantanea nel febbraio del 2014, infatti, era evidente che anche questa piattaforma sarebbe diventata una nuova fonte di ricavi per la società di Menlo Park.

Il colosso creato dal CEO del social network, infatti, ha accorpato negli anni altre società: tra le varie troviamo Instagram, WhatsApp e la società produttrice di visori a realtà aumentata Oculus Rift. Facebook ha così cercato di ampliare il suo campo di attività, tentando allo stesso tempo di collegare tra loro i vari servizi offerti.

Il social network fondato da Zuckerberg e Instagram sono strettamente collegati da tempo: grazie alla mole di dati che le due piattaforme riescono ad accumulare, la società riesce ad offrire servizi pubblicitari maggiori, quindi maggiori ricavi. La monetizzazione di WhatsApp è invece più complicata: le chat crittografate non consentono di raccogliere dati e le inserzioni pubblicitarie rischierebbero di essere troppo invadenti. Questa prima modifica ai termini di WhatsApp, e quello che comportano, sono quindi un primo passo verso la fusione dell’applicazione con i servizi resi possibili da Facebook e Instagram.

A cura di

Federico Villa


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