Come neutralizzare la minaccia dei troll

La rete è un luogo di espressione e di confronto, una realtà che riflette i cambiamenti che avvengono nella nostra società, avvolgendoci a 360 gradi. La quantità di informazioni con le quali ci confrontiamo e la varietà di interlocutori con cui interagiamo ci devono stimolare a non abbassare la guardia e a conoscere i rischi che abbiamo di fronte. Tra le molteplici categorie di utenti che possiamo incontrare navigando sul web ce n’è una particolarmente detestata da tutti, quella dei troll. Ne sentiamo spesso parlare, soprattutto in relazione alle fake news e, più in generale, alla manipolazione delle notizie sui media.

Cos’è esattamente un troll?

Il termine fa riferimento all’omonima figura della mitologia nordica:

Nelle credenze popolari scandinave, abitante demoniaco e fiabesco di boschi e luoghi solitari, immaginato ora in figura di gnomo, ora di gigante.

Scrive l’enciclopedia Treccani. Nel gergo della rete però, l’etichetta troll ha assunto una connotazione diversa, indicando chi interviene all’interno di una comunità virtuale, con lo scopo di disturbare in modo offensivo o provocatorio le interazioni tra gli utenti. Tra i loro obiettivi principali spiccano le community o le sezioni dei commenti delle pagine web, dove pubblicano messaggi insensati e spesso ingiuriosi.
Comunemente i troll non agiscono da soli, ma sono coordinati da un’organizzazione che dà loro le direttive su come intervenire a seconda del fine perseguito.

Troll e politica

Negli ultimi anni sono state numerose le inchieste che hanno smascherato reti di organizzazioni che si occupavano della creazione e della diffusione di notizie inventate, a volte per sostenere una causa politica. Casi mediatici che hanno avuto un grande eco hanno coinvolto principalmente il Cremlino. Si ricordino gli articoli a favore dell’annessione della Crimea alla Russia e le presunte ingerenze nel condizionare la campagna elettorale delle presidenziali statunitensi del 2016, vinte da Donald Trump (quest’ultima vicenda è nota come “Russiagate”).

A questo proposito, durante le indagini, sono emersi i nomi di alcuni impiegati della Internet Research Agency (IRA) di San Pietroburgo che, attraverso finti profili social, avrebbero diffuso disinformazione contro candidati sia del partito repubblicano, che di quello democratico. Non è un caso che indagini più approfondite rivelarono che l’obiettivo dell’agenzia sia stato per anni quello di inventare notizie false per orientare, a seconda delle esigenze, il dibattito politico internazionale. “Mi davano semplicemente dei soldi per scrivere” hanno dichiarato ex dipendenti dell’agenzia russa in alcune interviste.

Riconoscere i troll

Se la maggior parte dei troll non ha nessun obiettivo specifico se non quello di dare fastidio, ostacolando le serene interazioni degli utenti, altri, come abbiamo appena visto, elaborano piani articolati e strategici perché hanno un interesse commerciale nel farlo. Indipendentemente dal tipo di troll a cui ci troviamo di fronte, riconoscerli è fondamentale per evitare di cadere nelle loro provocazioni. Questa figura è generalmente sgarbata, aggressiva e ineducata; ha un atteggiamento denigratorio, in quanto il suo scopo è quello di sminuire e ridicolizzare gli altri utenti; diffonde messaggi inappropriati, inserendosi nelle community parlando a sproposito; tende a non dare informazioni serie e precise, sostenendo spesso teorie strane e impopolari, o comunque tesi opposte rispetto a quelle portate avanti dal resto della comunità.

Come difendersi

In caso di attacco da parte di un troll, il comportamento più adeguato da assumere è ignorarli. L’indifferenza è la migliore arma per combatterli. Una volta consapevole del fallimento del suo tentativo di intromissione, scomparirà da solo. Secondo alcune teorie sociologiche, molti di questi individui sono alla ricerca di un’affermazione personale che non hanno nella vita reale, trovando gratificazione nello stuzzicare gli utenti sul web. Ecco perché rispondere a un troll è sempre sbagliato, in quanto la discussione non porterà da nessuna parte, anzi, non farà altro che alimentare il clima di tensione generale. In particolare sui social network, uno dei luoghi di concentrazione per eccellenza, è fortemente consigliato nascondere gli eventuali commenti offensivi, in modo da non alimentare le polemiche.

I troll, così come il phishing e le fake news, sono conseguenze dirette di un impiego nocivo delle nuove tecnologie digitali. Riconoscere questi manipolatori e combatterli con l’indifferenza è il primo passo per costruire un mondo virtuale sano e fruibile da parte di tutti, come ci insegna l’educazione civica digitale.

 

A cura di

Matteo Allevi


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