Grooming

La rete, ha scritto il MIUR, è un mondo pensato, progettato e vissuto da adulti, in cui i bambini si trovano spesso invischiati senza nessuna consapevolezza, e – anche per questo – messi in pericolo. Gli adulti protetti dall’anonimato dello schermo possono abusare della loro fiducia, approfittando di loro in diversi modi, dall’inganno alle molestie, fino al vero e proprio abuso sessuale. L’educazione civica digitale è quindi fondamentale anche nella più giovane età, per insegnare loro a difendersi da fenomeni come il “child grooming”.

Cos’è il grooming?

Come riporta l’Accademia della Crusca, il termine deriva dall’antico inglese groom, “servo, ragazzo in posizione di inferiorità”. Il verbo letteralmente significa “comportarsi come un groom, prendersi cura”. Per questo è stato utilizzato in etologia e descrive l’uso degli animali di pulirsi a vicenda, prendersi cura l’uno dell’altro. Con uno slittamento di significato grottesco, nel gergo della rete il termine è passato a identificare l’adescamento a fini sessuali di minori. La prima attestazione moderna è del Chicago Tribune, del 1985 per raccontare di “molestatori amichevoli [che] familiarizzano con le loro vittime…, conquistandone la fiducia mentre segretamente adescano il bambino per farne un partner sessuale”. La definizione oggi è “avvicinarsi amichevolmente e cercare di influenzare (un bambino), adesso specialmente in rete, allo scopo di abusarne sessualmente”.

Quali sono le caratteristiche del grooming?

L’educazione civica digitale passa in primo luogo dalla conoscenza del termine, ma anche e soprattutto dalle caratteristiche del fenomeno. L’adescamento on line è un lento processo interattivo attraverso il quale il cyber predatore sviluppa una relazione intima e duratura con una giovane vittima, “prendendosi cura” del suo mondo psicologico. La relazione di fiducia che l’adulto instaura col bambino rende spesso difficile fare percepire al minore la situazione di pericolo. La specifica psicologica del grooming inoltre permette all’adescatore di manipolare la consapevolezza del bambino convincendolo della propria buonafede quando non addirittura della bontà delle pratiche che mette in atto.

Quali sono le fasi del grooming?

Proprio per via della manipolazione psicologica che il grooming instaura, è importante che l’educazione civica digitale cominci dall’identificare le fasi del fenomeno.

  • Formazione dell’amicizia o friendship forming stage;
  • Formazione della relazione o relationship-forming stage;
  • Valutazione del rischio o risk assessment stage;
  • Esclusività del rapporto o exclusivity stage.

Cosa accade quando si subisce del grooming?

Quando si è vittime di grooming, le fasi di cui si è fatto cenno si sviluppano in un arco di tempo variabile. La prima è la “formazione dell’amicizia”. In primo luogo il predatore deve conoscere il minore, e per questo in genere chiede una fotografia, per valutarne l’aspetto e per poterlo riconoscere. Per questo, già questa prima richiesta deve essere oggetto dell’educazione civica digitale: i giovani devono conoscere il potenziale pericolo di divulgare proprie immagini a sconosciuti. A questo punto, l’obiettivo del predatore sarà instaurare un legame col minore. Parlerà di argomenti che lo interessano, dalla scuola alle passioni, per convincerlo di essere il suo migliore amico.

La richiesta di segretezza, il passaggio successivo

A questo punto, il predatore vorrà essere sicuro di non correre pericoli, e quindi chiederà al minore dove è posizionato il computer e quanto il controllo dei genitori sulla vita in rete del minore è stretto. Per questo l’educazione civica digitale e la consapevolezza dei rischi della rete devono riguardare anche i genitori di preadolescenti. Sarà solo una volta sicuro di non essere scoperto e della piena fiducia del minore che il predatore chiederà di mantenere segreta la relazione (che potrà aver preso connotati sentimentali), per renderla particolare ed esclusiva. Questo passaggio è pericoloso perché questo connotato di esclusività fa sentire speciale il ragazzo, e può generare d’altro canto senso di vergogna o colpa nei confronti del molestatore per averne tradito la fiducia nel momento in cui questo “patto di segretezza” venisse a rompersi

L’esito sessuale

L’educazione civica digitale passa anche da una corretta educazione alla sessualità, che si sviluppa in rete e non solo. Il grooming sfocia infatti nella dimensione sessuale. Senza una consapevolezza di questi aspetti, il giovane può trovarsi a corto di strumenti nel momento in cui il molestatore introduce la dimensione sessuale, con domande tipo “sei mai stato baciato/a”, “ti sei mai toccato/a?” La relazione intima con il nuovo migliore amico raramente fa percepire al minore queste domande come un’intrusione indebita, e anzi può generare la curiosità o il piacere della scoperta in giovani in età prepuberale o – come spesso (ma non sempre) sono le vittime di grooming – socialmente isolate e quindi fragili.

Cosa accade se il grooming ha effetto?

A questo punto, coercito il minore, il predatore sessuale può proporsi come amante, prospettare il giorno in cui finalmente si incontreranno e spiegare che intanto “si accontenterebbe” di qualche immagine del minore che compie atti sessuali o si mostra nudo. Non raramente si sviluppa così una sorta di sexting a senso unico, in cui il predatore si dilunga in descrizioni di pratiche sessuali da svolgere insieme. A questo punto l’equilibrio psichico del minore viene inevitabilmente turbato, ma il grooming ha raggiunto il suo scopo che può o meno sfociare in un incontro e quindi in un abuso sessuale perpetrato attivamente. Nel frattempo, molto spesso l’imposizione al minore di pratiche sessuali si accompagna al plagio o all’alimentazione delle insicurezze, con frasi come “non vuoi farmi felice?” che alimentano nel minore il terrore di perdere una relazione ormai preziosa.

Per questo, per arginare un fenomeno tanto pericoloso e dilagante, l’educazione civica digitale deve riguardare anche la sfera emozionale, perché il minore sappia riconoscere anche tra quelle sviluppate in rete un’amicizia da una molestia.


FONTI:

CREDITS: