Sextortion: il fenomeno dell’era digitale

La sextortion è un fenomeno che si sta diffondendo sempre di più sia in Italia che nel resto del mondo. Questo termine deriva dalla fusione di due parole ossia: sex (sesso) ed extortion (estorsione). Si tratta di un’estorsione di denaro a sfondo sessuale, nonché un ricatto messo in atto dai cyber-criminali che contattano le vittime facendosi inviare foto e video osé con lo scopo di usarle come arma contro di loro.

È una vera e propria truffa online in cui questi hacker minacciano le vittime di diffondere i contenuti in rete, a meno che non siano disposte a pagare un riscatto che “salvi” loro la reputazione. I canali prediletti sono principalmente i social network (Facebook e Instagram), la messaggistica istantanea (Whatsapp e Skype) o le finte e-mail minatorie, sotto forma di spam, create appositamente dai carnefici per intimorire la vittima, portandola a credere che l’unico modo per liberarsi dalla “trappola” sia acconsentire al loro volere.

È evidente che in questi casi, l’aspetto psicologico gioca un ruolo primario. I criminali puntano sulla manipolazione mentale della vittima, facendo leva soprattutto sulle emozioni quali paura, ansia, shock, poca lucidità e rassegnazione che la pongono in una posizione di svantaggio rispetto ai “cattivi” che, al contrario, detengono il “potere”.

Vittime e carnefici

Ogni crimine ha il suo target. Nel caso della sextortion le vittime prescelte sono generalmente gli uomini, ma le donne non ne sono escluse. Gli esperti rivelano che le vittime selezionate non sono affatto casuali perché rispettano dei criteri ben precisi riguardanti la situazione familiare ed economica, nonché l’impiego che svolgono. Infatti, gli uomini maggiormente “ricattabili” sono adulti, sposati e/o padri di famiglia, piuttosto che avvocati, medici, magistrati o persone che ricoprono un ruolo pubblico poiché è più probabile che pur di mantenere un certo “rigore”, paghino il riscatto senza denunciare il misfatto.

Anche gli adolescenti e i giovani sono delle papabili vittime. Questo perché, essendo in una fase della vita in cui stanno cercando di costruire una propria identità, il rischio di essere presi di mira, criticati pesantemente e derisi pubblicamente, li induce a pagare, o, nei casi peggiori, a commettere atti estremi come il suicidio.

A tal proposito è necessario citare anche il cosiddetto revenge porn, che pur essendo una pratica riconducibile alla sextortion, si differenzia da quest’ultima per il fatto che le minacce non sono finalizzate a ottenere un riscatto monetario, ma semplicemente a esercitare del “terrorismo” psicologico sulla vittima. La situazione maggiormente diffusa tra i giovani riguarda la presenza di un ex partner vendicativo che minaccia di diffondere video e foto erotiche dell’ex compagno/a, al fine di macchiare per sempre la sua immagine.

Come si manifesta la sextortion

La tecnica utilizzata dai predatori virtuali è abbastanza standard:

  • Adescamento della vittima sui social network attraverso un profilo falso che ritrae uomini o donne particolarmente attraenti che, di conseguenza, attirano maggiormente l’attenzione del bersaglio;
  • Il cyber-criminale intraprende, giorno dopo giorno, una conversazione sempre più confidenziale e intima con la vittima;
  • Il dialogo si sposta su canali come Skype o altre chat, che permettono l’utilizzo della webcam;
  • Il truffatore cerca di ottenere materiale hot con il quale ricattare la vittima, invitandola a spogliarsi;
  • Raggiunto l’obiettivo, minaccia la vittima di diffondere il materiale e renderlo pubblico, che si tratti di foto o video, qualora non venga pagata una cospicua somma di denaro (via money transfer o Bitcoin).

Cosa fare se si è vittime di sextortion

  • Studiare bene la situazione e non farsi sopraffare immediatamente dal panico, perché potrebbe anche trattarsi di un messaggio di phishing e quindi di una finta sextortion;
  • Chiedere aiuto e parlarne con amici o genitori per poter affrontare la situazione con maggior lucidità;
  • Non pagare il riscatto perché questo non garantisce la fine delle minacce;
  • Salvare le informazioni e le prove dei messaggi per poi bloccare ogni tipo di contatto;
  • Rivolgersi alle forze dell’ordine nonché alla Polizia postale per denunciare e risalire al colpevole.

Identificare i cyber-criminali

Generalmente questi profili fasulli sono riconoscibili perché hanno delle caratteristiche in comune: sono praticamente vuoti, privi di informazioni personali, con poche foto e interazioni che ritraggono bellissime ragazze o ragazzi che si presentano come single.
Troppo bello per essere vero” è il detto che si applica perfettamente alla sextortion. Infatti, questi profili sono gestiti da bot e non da persone reali che risultano essere in grado di iniziare una banale conversazione, ma che allo stesso tempo falliscono nel rispondere a domande più complesse.

Inoltre, il fatto che il profilo contenga delle informazioni incongruenti e spesso improbabili dovrebbe indurre la persona a sospettare. Per evitare di essere ingannati è auspicabile mettere in atto alcune accortezze oltre che far uso del cosiddetto buon senso, e perché no, ascoltare il proprio intuito e quel sesto senso che in molti casi può sottrarre da situazioni spiacevoli.

Come  prevenire la sextortion

Ecco cosa fare concretamente:

  • Tenere a mente che, nel momento in cui ci si mette in contatto con qualcuno sul web, non si sa mai realmente con chi si ha a che fare; per questo motivo bisogna stare sempre all’erta ed essere molto cauti. Con l’evolversi della conversazione, se le richieste cominciano a essere sospette, conviene fare un passo indietro;
  • Capire che impatto dannoso può avere la condivisione di foto e/o video personali, in questo caso erotici, perché può diventare tutto di dominio pubblico;
  • Navigare in sicurezza, avere password efficaci e proteggere i propri social network;
  • Informarsi in merito alle nuove minacce sul web;
  • Navigare con consapevolezza, utilizzando i social media in maniera adeguata e tenendo conto del fatto che possono trasformarsi in un pericolo;
  • Evitare di accettare amicizie su Facebook da persone che non si conoscono e con le quali non si hanno amici in comune;
  • Essere critici e, se lo si reputa necessario, verificare che l’immagine del profilo ed eventualmente le altre foto non siano state rubate da altri profili attraverso specifici motori di ricerca come Google Immagini.

Infine, bisogna ricordarsi che la sextortion è un reato che va denunciato a chi di dovere. Non bisogna vergognarsi perché il vero colpevole è il cyber-criminale e non chi è caduto nel tranello. Soltanto tramite le forze dell’ordine sarà possibile avere giustizia ed evitare, per quanto possibile, che la stessa persona adeschi altre vittime.

 

A cura di

Rebecca Brighton


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