Generazioni a confronto e social media: gli adultescenti digitali

Cosa sono i social media?

I social media sono il mezzo di comunicazione più diffuso e gettonato a livello mondiale. Il termine social media è composto da social, che equivale a “sociale” o  meglio, in questo contesto specifico,  “società”, e media.

Per società si intende l’insieme dei contenitori dell’organizzazione sociale in cui vivono gli individui; viceversa la parola media riguarda l’elemento della comunicazione che oltre a comprendere tipicamente i giornali, la radio, la televisione e il cinema, include tutte quelle forme, quelle strutture, quei formati e quelle interfacce istituzionalizzate e finalizzate alla diffusione di contenuti.

Nel momento in cui queste due parole si incontrano e si fondono, danno vita alla società digitalizzata di oggi.

Lo sviluppo dei social e i suoi effetti

I social media hanno rivoluzionato radicalmente il modo di vivere, di comunicare, di approcciare e di relazionarsi con gli altri; hanno influenzato il modo di pensare, di studiare, di lavorare e più concretamente gli ambiti della politica, dell’economia e del marketing. Il cambiamento più profondo, però, riguarda le persone e il loro comportamento all’interno della società.

Se inizialmente l’introduzione dei social network ha interessato principalmente la vita dei più giovani, in particolare i cosiddetti Millennials o nativi digitali (1980-1996), l’onda social ha travolto a poco a poco anche le altre generazioni (adulti e terza età), che non hanno resistito al fascino della novità.

Il mondo social è popolato esclusivamente dagli adolescenti solo in apparenza; le ricerche dimostrano che su queste piattaforme sono altrettanto attivi gli adulti, appartenenti per la maggior parte alla fascia degli over quaranta. Essi sembrano apprezzare questi strumenti a tal punto da utilizzarli con un certa frequenza.

Perché si usano i social media?

I giovani
  • Comunicare con i propri coetanei, amici e con la comunità in generale;
  • Iniziare, intensificare o chiudere rapporti personali;
  • È un luogo innovativo che possono “frequentare” per restare in contatto con l’esterno, pur non spostandosi fisicamente;
  • Distrarsi dalla quotidianità e svago.
Gli adulti
  • Promuovere la partecipazione sociale;
  • Migliorare la qualità della comunicazione tra generazioni;
  • Tenersi informati.

Inoltre, nel caso della fascia della terza età, in cui molti hanno una mobilità ridotta, i social network permettono di rimanere in contatto con i membri più giovani della famiglia, per esempio figli e nipoti. Per di più, un’indagine scientifica condotta nel 2014 denominata Cyberseniorsand Quality of Life: A Focus on Social Networking ha illustrato come l’utilizzo della teconologia sia fondamentale per migliorare la qualità della vita degli anziani.

Grazie alla connessione interpersonale, essi combattono la solitudine e l’isolamento oltre a mantenere sempre vigile l’attività cerebrale.

Il mondo dei social media

Giovani vs adulti

Il mondo dei social ormai, inizialmente di “proprietà esclusiva” dei ragazzi è stato pian piano “invaso” dalla presenza dei grandi. Mentre i primi, cresciuti nell’era tecnologica, possiedono un’innata dimestichezza nel loro utilizzo, i secondi, al contrario, hanno trascorso la propria adolescenza nella piazzetta della città. I legami allora venivano instaurati in maniera più diretta e la socializzazione non avveniva di certo online.

Nonostante il gap generazionale, però, giovani e adulti hanno dei punti in comune. Una recente ricerca ha messo a confronto un gruppo di adulti e un altro di giovani per capire se potessero esistere delle similarità piuttosto che delle differenze in merito all’utilizzo dei social. Ciò che è emerso è piuttosto interessante:

Entrambe le fasce hanno affermato di non poter rinunciare al proprio accesso quotidiano per diverse ragioni: consultare siti informativi, parlare con i cari lontani e vicini e coltivare le proprie passioni.

La differenza principale riguarda, invece, la tipologia e il modo in cui vengono utilizzati: i giovani prediligono Instagram e tendono a condividere una grossa parte della propria vita con i follower, mentre gli adulti sono ancora fermamente fedeli a Facebook.

I giovani hanno dimostrato maggiore sensibilità e consapevolezza rispetto alla tematica, poiché hanno riconosciuto l’impatto che i social hanno sulla vita reale, reputandolo tendenzialmente più negativo; dall’altro canto invece gli adulti sono apparsi molto positivi, definendo i social come un’opportunità piuttosto che un problema o un pericolo.

I selfie

I selfie sono un fenomeno diffuso e noto a entrambi. I giovani sono quelli più propensi a postare i propri scatti, ma ciò non rappresenta per loro un’esigenza primaria. Infatti, entrambi i gruppi hanno dichiarato di non essere particolarmente inclini alla pratica del selfie e ammettono di scattarli, ogni tanto, ma solo per conservarli privatamente.

Inoltre, la questione della diffusione in rete dei selfie ha messo in contrapposizione le opinioni delle due generazioni. I giovani lo considerano come un modo per ricevere likes e visibilità; secondo gli adulti invece si tratta di pura vanità che attraverso i social viene semplicemente accentuata.

Figli vs genitori

Oggigiorno gli adolescenti sono abituati a fare uso dei social network e per loro è una cosa estremamente scontata e normale. Molti, infatti, hanno perso quell’entusiasmo iniziale tipico delle novità, e adesso si ritrovano a confrontarsi con una realtà “diversa”, una realtà che è mutata fortemente in seguito alla loro introduzione.

A quanto pare, però, quel famoso entusiasmo non è stato del tutto abbandonato; sembrano infatti averlo acquisito gli adulti, che sono molto felici di essere finalmente entrati in questo mondo digitale inizialmente temuto, convinti di non riuscire a navigare con successo le sue acque torbide.

A questo punto quindi, assodato che entrambe le categorie si possono definire social, è utile comprendere come vivano rispettivamente l’appartenenza a questo ambiente virtuale, data la notevole differenza d’età. Lo “scontro” generazionale, che ha messo a paragone genitori e figli, ha prodotto i seguenti esiti:

  • Sia genitori che figli utilizzano in via preferenziale lo smartphone per collegarsi in rete;
  • Entrambi attraverso i social sentono di appartenere a un determinato gruppo del quale non riescono a fare a meno per comodità, abitudine o dipendenza;
  • I genitori non conoscono affatto il concetto di popolarità sui social, a differenza dei figli;
  • I figli sono più coscienti del target a cui si rivolgono e hanno capito che la libertà di espressione va limitata, a meno che non si abbia a che fare con persone che condividono gli stessi interessi. I genitori invece tendono a esprimersi con minor accuratezza, non tenendo conto né del contesto, né della piattaforma in cui si trovano.

L’adultescenza digitale

Gli adulti e i social

È evidente che i social abbiano intaccato anche la sfera degli adulti. Guidati dalla curiosità, dalla volontà di essere al passo coi tempi e informati, con un semplice click accedono al proprio profilo. Lo aggiornano quotidianamente, caricano foto di loro stessi, della propria famiglia, condividono contenuti e spesso lo usano come spazio per esternare considerazioni, pensieri e opinioni.

Proprio come i ragazzi, rincorrono vecchie amicizie o eventuali nuovi amori, visitano pagine e leggono notizie. Il problema però è che spesso dimenticano il confine sottile tra pubblico e privato, non curandosi che le informazioni che hanno reso disponibili potrebbero ritorcersi contro di loro.

Da questo punto di vista i ragazzi sono molto più attenti e ligi; se un tempo erano i genitori a dire ai figli di non accettare le caramelle dagli sonosciuti, adesso sono i figli a raccomandare i genitori di non cliccare su un determinato link perché potrebbe rivelarsi un virus, o peggio ancora, un tentativo di truffa.

Lo stesso vale per le fake news: i figli a questo proposito sono molto più astuti e sanno riconoscere la validità di una notizia, o per lo meno sono in possesso dei mezzi per smascherarla; mentre i genitori, novelli sui social, cadono più facilmente nella trappola, pubblicando notizie di dubbia provenienza sulla propria bacheca, senza darci troppo peso.

Paradossalmente, negli ultimi tempi, sembrerebbero essere proprio i genitori a trascorrere maggior tempo sui social, tanto che i figli stessi ritengono che quest’utilizzo stia diventando eccessivo (per esempio durante i pasti).

Inoltre, sostengono che pur non sentendosi controllati da questi ultimi, provano imbarazzo, vergogna e talvolta fastidio nel vedere commenti sdolcinati sotto le proprie foto, o condivisioni senza senso.

Esistono delle differenze, in tal senso, anche per quanto riguarda il genere, ossia madri e padri. Le mamme amano scrivere apprezzamenti con annesse emoji sotto alle foto dei figli, mettere like o salvarle sul proprio cellulare. I papà risultano molto meno espansivi e preferiscono mantenere un atteggiamento più razionale e distaccato nella gestione del rapporto social.

Il significato del termine

Il termine che definisce l’insieme di questi comportamenti è adultescenza digitale. Nello specifico, il termine adultescenza indica quelle persone che, pur avendo raggiunto l’età adulta a livello biologico, conservano degli spiccati tratti adolescenziali nella propria identità.

Ciò significa che dimostrano un forte entusiasmo verso la nuova scoperta e la affrontano come fossero, appunto, adolescenti: curiosi, spontanei, intrepidi, un po’ ingenui e poco cauti alle parole con cui talvolta rischiano di apparire inadeguati e “fuori luogo”.

Grazie ai social questi adulti sembrano vivere quasi una seconda adolescenza: tornano al passato, ma lo fanno utilizzando l’evoluzione tecnologica e sociale del presente.

Conclusioni

Il mondo dei social ormai è a tutti gli effetti conteso tra le due generazioni: adulti e giovani. A prescindere dall’utilizzo della singola persona, è utile e giusto che tutti abbiano la possibilità di accedervi e di far parte della community.

L’unica cosa che ci si può augurare è che venga sempre tenuta a mente la netiquette da rispettare quando si scrive un post o un commento. Inoltre si auspiza che, col passare del tempo e con la conoscenza acquisita , si possa diventare più consci per sfruttare al meglio questi strumenti.

Infine, è importante non dimenticare il proprio ruolo nella realtà virtuale, come nella vita di tutti i giorni perché invadere lo spazio altrui non porta mai a nulla di buono.

 

A cura di

Rebecca Brighton


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