Tutti contro TikTok

La guerra commerciale tra USA e Cina è ormai una situazione a cui ci siamo abituati, dopo costanti escalation e periodi di distensione. L’attenzione degli sfidanti, dopo le materie prime, si è spostata in campo tecnologico: da una parte la Cina, in costante ascesa nel campo delle nuove tecnologie, dall’altra la nazione che ha fatto crescere l’informatica per come la conosciamo.

Se per mesi l’attenzione è stata rivolta verso Huawei e il tema 5G, il nuovo indiziato è Tik Tok, il noto social network diffusosi in tempi record in tutto il mondo.

TikTok

TikTok (Douyin in Cina) è un social network lanciato nel 2014 con il nome Musical.ly. Consiste in un’applicazione che permette di creare video di breve durata (fino a 60 secondi) con una canzone o registrazione in sottofondo. L’utente può poi modificare il video, cambiandone la velocità, aggiungendo filtri, effetti o stickers.

Già ai tempi di Musical.ly il progetto era convincente, ma con le modifiche del 2018 e la nascita di TikTok il social ha cominciato a diffondersi a macchia d’olio, coinvolgendo personaggi dello spettacolo, cantanti, influencer… Il risultato è stata la nascita di quelli noti come tik tokers.

Non tutto è però rose e fiori, ovviamente, e le critiche a TikTok riguardo la sua sicurezza non si sono fatte attendere.

I problemi di TikTok

Quest’estate, il 2 luglio, grazie a delle analisi avviate da un utente di Reddit sull’app, il noto gruppo di hacker Anonymous ha segnalato i rischi collegati all’utilizzo dell’applicazione. Secondo il collettivo, infatti, questa non è altro che un malware gestito dal governo cinese, con il quale il regime spia tutti coloro che scarichino l’app.

In seguito ai dubbi diffusi sull’effettiva sicurezza del social, in ambito europeo è stato richiesto di formare una task force per indagare sull’utilizzo dei dati degli utenti e l’eventuale controllo da parte del governo del paese asiatico.

In India l’applicazione era stata bloccata nel 2019 perché ritenuta colpevole di incoraggiare la pornografia e perché ricca di contenuti giudicati inappropriati. Dopo il ricorso e lo sblocco dell’app, questa è stata nuovamente bloccata il 29 giugno di quest’anno, insieme ad altre applicazioni cinesi. Queste sono infatti accusate di violare la sovranità indiana e la sicurezza nazionale, anche in seguito agli scontri avvenuti al confine tra i due paesi. Anche in questo caso, si affermava la sottrazione di dati degli utenti e il trasferimento a server fuori dal Paese.

TikTok e gli USA

Tutti questi problemi sono di poco conto, paragonati alla tempesta che si è scatenata, a partire dal 7 luglio. Quel giorno Mike Pompeo, segretario di Stato americano, ha annunciato che l’amministrazione Trump stava prendendo in considerazione l’idea di vietare TikTok negli USA. Gli esperti si sono subito messi all’opera, non trovando prove certe di un collegamento tra l’app e il governo cinese; si è addirittura osservato che la mole di dati raccolta dal nuovo social risulta inferiore a quella gestita dal colosso Facebook. Il caso presenterebbe poi un precedente rischioso per la libertà di parola negli USA.

Dopo il vociferare riguardo a un possibile acquisto di TikTok da parte di Microsoft, Trump ha emanato due decreti con le quali si vietano transazioni tra aziende statunitensi e ByteDance, la società che detiene l’applicazione. Lo scopo dell’amministrazione è quello di spingere la società cinese a vendere il suo prodotto a Microsoft in tempi brevi. Gli ordini esecutivi entreranno in vigore verso metà settembre.

La risposta

ByteDance afferma di non voler continuare lo scontro con gli USA, cercando di garantire una miglior sicurezza per il suo social ed eventualmente maggiori quote societarie a investitori americani, così da assicurare un controllo interno. Trump ovviamente non accetta questo compromesso, e insiste sulla sua linea d’azione, pur concedendo più tempo alla società per vendere.

Lo scopo di Microsoft

L’obiettivo primario di Microsoft è semplice: cercare di strappare un buon prezzo per un social network dal valore elevatissimo. Microsoft però negli ultimi anni valuta molto attentamente i suoi prossimi investimenti, dopo alcuni fallimenti come l’acquisizione di Skype e Nokia. L’acquisto di TikTok fornirebbe a Microsoft quantità enormi di dati, soprattutto legati alla fascia di popolazione meno avvezza ai suoi prodotti. Rivolgendosi l’app ai giovani, e non di certo a chi usa lo smartphone per lavoro, completerebbe la sua raccolta di dati sulle varie fasce di popolazione. Il colosso si garantirebbe così migliori possibilità di crescita nel mercato delle app.

 

A cura di

Federico Vila


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